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Scienza e Tecnologia

Al Gradenigo di Torino arriva un robot per operare il tumore alla prostata

L’avvio del programma di robotica ha comportato un periodo di formazione per l’intera équipe guidata dal dottor Omid Sedigh

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Torino – Con l’arrivo del robot “da Vinci X” si arricchiscono le competenze dell’équipe diretta dal dottor Omid Sedigh, responsabile della Struttura Complessa di Urologia e Andrologia ricostruttiva di Humanitas Gradenigo e Professore aggiunto di Urologia di Humanitas University: l’adozione della piattaforma di ultima generazione per la chirurgia mininvasiva assistita va a implementare la dotazione tecnologica a disposizione per il trattamento delle patologie uro-oncologiche, in particolare per il tumore della prostata, tra i più aggressivi e in espansione tra la popolazione maschile (nel 2022 sono state stimate circa 40.500 nuove diagnosi di neoplasie prostatiche che rappresentano il 19,8% di tutti i tumori maschili – fonte Aiom).

I vantaggi del robot: tecnologia per migliorare la qualità di vita del paziente

Sono numerosi i vantaggi per il paziente che si sottopone all’intervento robot assistito: ripresa più rapida delle normali attività quotidiane, riduzione delle complicanze funzionali e del dolore post-operatorio, diminuzione dei tempi di degenza (che in molti casi vengono addirittura dimezzati), migliori risultati estetici grazie a incisioni sempre più piccole.

«Il robot da Vinci – afferma il dottor Sedigh responsabile della Struttura Complessa di Urologia e Andrologia ricostruttiva di Humanitas Gradenigo – estende a interventi complessi i benefici della mini-invasività mediante accesso laparoscopico, mettendo noi chirurghi in condizione di operare con una serie di comfort, come l’estrema versatilità dei movimenti, e consentendo di raggiungere spazi anatomici ristretti e profondi. Si tratta infatti di un sistema robotico che traduce in modo intuitivo i movimenti del chirurgo seduto alla consolle, permettendo una visione del campo operatorio 3D con un efficace ingrandimento dei dettagli anatomici (il campo visivo è aumentato di 10 volte, con immagini ferme e ad altissima risoluzione). Questa tecnica operatoria garantisce anche una maggiore facilità nell’esecuzione delle manovre chirurgiche complesse, non confrontabile con altre tecniche, il che si traduce in numerosi vantaggi per i pazienti».

L’avvio del programma di robotica ha comportato un periodo di formazione per l’intera équipe guidata dal dottor Omid Sedigh, che ha seguito un periodo di tutoring con Nicolò Buffi, professore Ordinario di Urologia Humanitas University.

Nuovi trattamenti del tumore della prostata

L’intervento di prostatectomia radicale (rimozione totale della prostata in caso di tumore) è una procedura che si adatta perfettamente al supporto robotico: è possibile effettuarla sia contemporaneamente all’asportazione dei linfonodi locoregionali (linfoadenectomia), sia con tecnica “nerve sparing”, che permette il mantenimento delle terminazioni nervose allo scopo di tutelare la funzionalità sessuale. Il robot viene usato anche in Chirurgia Oncologica e Oncologia Ricostruttiva vescicale e renale, nelle riparazioni delle stenosi del giunto pielo ureterali (ostruzione del passaggio urinario), per interventi di nefrectomia parziale mininvasiva per tumore renale, nella chirurgia di incontinenza femminile e per le ricostruzioni ureterali per le stenosi dell’uretere.

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