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Cronaca

Voto di scambio politico mafioso, ridotta la pena per l’ex assessore Roberto Rosso

La sentenza è stata pronunciata oggi dalla Corte di appello di Torino

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Torino – Passa da cinque anni a quattro e 4 mesi la condanna inflitta a Roberto Rosso, ex assessore regionale in Piemonte, imputato a Torino per voto di scambio nell’ambito del processo di ‘ndrangheta Fenice-Carminius.

La sentenza è stata pronunciata oggi dalla Corte di appello di Torino.

Secondo i giudici del tribunale di Asti, nella campagna elettorale del 2019 per le regionali, l’ex onorevole di Forza Italia poi passato a Fratelli d’Italia nella giunta piemontese, “ha deciso di accettare scientemente la collaborazione di Viterbo e Garcea promettendo loro una cifra enorme perché intendeva sfruttare il bacino elettorale della criminalità organizzata calabrese, non semplicemente per procurarsi voti nei ceti popolari e meridionali, altrimenti non avrebbe promesso 15mila euro a due sconosciuti”. I due presunti boss, Onofrio Garcea e Francesco Viterbo sono già stati condannati in primo grado.

Rosso venne poi eletto con Fratelli d’Italia. Il partito si è costituito parte civile e ha ottenuto il diritto a un indennizzo e il rimborso delle spese legali.

Ansa ha riportato le parole dell’ex assessore regionale in Piemonte rese oggi in corte d’appello a Torino: “Posso essere stato superficiale ma di una cosa sono certo: non ho mai comprato voti e non ho mai fatto accordi con la ‘ndrangheta, che è una piaga orribile di questo Paese”.

“Non ho mai avuto – ha sottolineato – alcun sospetto sul loro conto. Mi erano arrivati per il tramite di due persone che mi aiutavano da anni, una delle quali moglie di un ex carabiniere in forza ai servizi segreti. Non potevo immaginare che fossero dei criminali. Se non ci si può fidare di un uomo dello Stato, di chi ci si può fidare?”.

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