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Salute

Ordine dei Medici di Torino sulla proposta di far ascoltare il battito del feto prima dell’aborto: “è contro la deontologia e contro la scienza”

Sandro Marotta

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TORINO – Così l’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Torino prende posizione contro la raccolta firme che vorrebbe modificare la legge 194/1978 e introdurre l’obbligo del medico di far ascoltare alla mamma il battuto del cuore del feto: “il codice di deontologia medica, in ben quattro diversi articoli (4, 6, 13 e 16) vieta al medico di prescrivere ed eseguire indagini o trattamenti la cui indicazione non abbia fondamento scientifico e motivazione clinica”

La raccolta firme

In questa petizione 36 associazioni anti abortiste hanno avviato una raccolta firme per modificare il comma 1 della legge, inserendo l’1-bis e scrivere che “il medico che effettua la visita che precede l’interruzione volontaria di gravidanza ai sensi della presente legge, è obbligato a far vedere, tramite esami strumentali, alla donna intenzionata ad abortire, il nascituro che porta nel grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso”.

La posizione dell’Ordine

È un’iniziativa che ci preoccupa molto, sia dal punto di vista etico e deontologico, sia dal punto di vista scientifico. – commenta l’Omceo – perché c’è un potenziale danno che ne potrebbe ricevere il feto. L’unico modo per auscultare il battito cardiaco fetale nel primo trimestre di gravidanza – periodo a cui si riferisce la proposta – è l’utilizzo degli ultrasuoni sfruttando l’effetto Doppler: è ben documentato che gli ultrasuoni in generale, ed il Doppler in particolare, se immessi nei tessuti (in questo caso nel cuore del feto), determinano un aumento della temperatura che potrebbe danneggiare l’organo nella sua delicata fase di formazione”.

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