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Scuola e formazione

Scuola e IA, l’uso dell’intelligenza artificiale è più diffuso tra gli studenti torinesi

Il 65% degli studenti Italiani usa ChatGpt per fare i compiti. Torino condivide il primato con Napoli (60%); poi Milano (56%) e Roma (53%)

Sergio Lanzillotta

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TORINO – Medaglia d’oro. Purtroppo. Il 60% degli studenti torinesi usa l’intelligenza artificiale a scuola per svolgere i compiti. E’ quanto emerge da una recente ricerca condotta da TGM Research per conto di NoPlagio.it, piattaforma di software antiplagio e rilevatore di contenuti Ai.

Il capoluogo piemontese, che condivide il primato con Napoli (60%) si piazza sopra Milano (56%) e Roma (53%).

Lo studio, spiega il Sole 24 ore, ha coinvolto 1007 studenti italiani, rivelando che “l’uso dell’IA nelle scuole è ormai una pratica diffusa. “Oltre al 65% utilizza l’IA per compiti e saggi, il 71% cerca informazioni, il 60% la usa per svolgere compiti, il 33% per imparare, il 18% per rispondere a test, il 21% come assistente personale e il 13% specificamente per scrivere saggi”.

I ragazzi sono entusiasti di usare l’IA tanto che il 68% di loro, spiega l’agenzia Dire, ” intende continuare in futuro ad utilizzarla. I ragazzi sono quelli più propensi a farlo con il 71% contro il 65% delle ragazze. Sicuramente in questo caso i sedicenni sono stati meno propositivi nell’uso futuro dei diciottenni: il 63% contro il 71%”.

All’entusiasmo però c’è chi risponde con i dubbi. Se infatti “il 31%  dei ragazzi intervistati pensa che l’IA possa essere uno strumento utile nella vita quotidiana”, il 64% degli studenti “si dice essere preoccupato dell’uso illimitato che se ne possa fare sia a scuola che a lavoro. Solo il 4% ha paura di questa scoperta. Il sesso femminile spicca il volo su questo aspetto con una percentuale del 70%”.

“Non intendiamo demonizzare l’uso dell’IA- afferma Chorst Klaus, uno dei fondatori della startup Noplagio.it, ma promuoverne l’uso consapevole per contrastare l’ignoranza che potrebbe colpire i nostri ragazzi. Gli stessi insegnanti dovrebbero essere i primi ad approfondire la materia per guidare i ragazzi verso un utilizzo corretto dell’IA. Dalla ricerca emerge chiara la preoccupazione dei ragazzi dell’uso che si può fare dell’IA e la necessità che i governi intervengano nella gestione corretta di questo strumento”.

 

 

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