SpettacoloTorino
Il Teatro degli Orrori di nuovo live a Venaria
Ritorna il Teatro degli Orrori, a distanza di dieci anni dall’ultimo capitolo

VENARIA – Nessuno ci credeva, visto come era andata a finire tra i componenti della band, invece, ieri sera, sul palco del Teatro della Concordia di Venaria, si è materializzato un piccolo miracolo. Il ritorno del Teatro degli Orrori, a distanza di dieci anni dall’ultimo capitolo. Band seminale, dell’alt rock italiano, nata agli inizi 2000 e che prima dell’indie, aveva creato un mix musicale esplosivo con un’urgenza creativa e comunicativa unica.
Vista la fine, non credevamo al ritorno, ma come diceva James Bond, “Mai dire mai” come il pezzo che intonano nella parte finale del concerto. Vecchi fan e giovani scalmanati, pronti a pogare, surfare e farsi sfondare i timpani dalla ritmica del duo Giulio “Ragno” Favero e Francesco “Franz” Valente, batterista sontuoso e impressionante per i timing che è in grado di sostenere.
La presenza e la distorsione di Gionata Mirai alle chitarre è rimasta intatta, come la personalità di Pierpaolo Capovilla, capobanda da sempre adorato dai suoi discepoli.
Viviamo in epoca di blando indie e di trap, c’è voluto il ritorno del Teatro per scatenare sopite emozioni, per riflettere sulle parole di PPC, sempre ficcanti, come coltelli nella schiena: “Anche l’imprevedibilità di Trump in fondo è prevedibile”, oppure “mica pensavano, trent’anni fa, che il mondo avrebbe fatto così schifo come oggi”. C’è tutto il loro bagaglio culturale e tutto i l loro immaginario, spesso disturbante, “È colpa mia”, e a volte malinconico “La canzone di Tom”.
Quasi due ore di concerto intense e tirate allo spasimo. La lunga lontananza dal palco ha aumentato la voglia di immergere sensi e orecchie nel loro vortice sonoro e poter risentire pezzi come “È colpa mia”, “Majakowski” e “Compagna Teresa” e tutto quel bagaglio di emozioni e riflessioni che Capovilla da sempre porta sopra e sotto il palco: “Dolore, sofferenza, guerra, il male, l’amore e la pietà”. Ci sono anche i pezzi del loro ultimo album, un po’ snobbato, ma che oggi suonano più attuali che mai, come “Il lungo sonno (Lettera aperta al Partito Democratico)” e “Disinteressati e indifferenti”.
Una manciata di brani, aperti da “Padre Nostro”, portano al finalissimo con “Maria Maddalena” dirompente pezzo direttamente dall’ “Dell’impero delle tenebre”. La fine, come sempre ai loro concerti, ci lascia svuotati, come se si fosse improvvisamente fermato il frullatore della vita. Ma solo fino alla prossima volta, in cui potremmo di nuovo accenderlo alla massima velocità. Sotto l’egida di Magellano Concerti e Hiroshima Mon Amour a Venaria, tante altre belle cose prossimamente al Teatro della Concordia, evento clou sul finire del mese con Subsonica Club Tour 2025, il 23 e 24 Marzo.
Foto e report Paolo PAVAN/QP
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