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Grandine in Piemonte: ecco perché è un fenomeno normale e cosa c’entra il cambiamento climatico
Quello che può preoccupare è il fatto che la dimensione dei chicchi di grandine stia gradualmente aumentando in questi ultimi anni

TORINO – Stanno facendo il giro del web le immagini – insolite – della grandine che ieri ha colpito il centro di Pinerolo. Qui, in alcuni edifici più vecchi, acqua e grandine sono addirittura fuoriuscite dai sanitari e hanno letteralmente invaso i bagni.
Più in generale, nel Torinese sono stati ingenti i danni al settore agricolo; oltre cinquanta gli interventi nella provincia di Cuneo sempre a causa del maltempo. E se, a quasi fine maggio e a un passo dalla stagione estiva, tutto questo ci appare come inspiegabile, ecco che a chiarirci le idee è ancora una volta il meteorologo Andrea Vuolo.
Grandine in Piemonte: in primavera è normale, ma attenzione al cambiamento climatico
Tramite un lungo post sui canali social, Vuolo ci spiega che la grandine, nella stagione primaverile, è un fenomeno assolutamente normale per il Piemonte, ancor più nel mese di maggio quando iniziano ad essere più elevati i contrasti termodinamici tra le masse d’aria che interessano l’Europa centro-meridionale (dove risultano più marcati i gradienti di temperatura tra le alte e le basse latitudini).
In presenza di aria mite e umida nei bassi strati, sovrastata dal passaggio di aria fredda in quota (proprio come accaduto nel corso di giovedì 22 maggio) e con una configurazione a scala europea che vede l’ingresso di una saccatura verso le Alpi e il Mediterraneo, i fenomeni temporaleschi risultano spesso molto intensi e caratterizzati anche da ingenti quantitativi pluviometrici e talora grandinigeni (specialmente a ridosso dei rilievi montuosi dove entra in gioco anche la forzante orografica), talvolta ancor più che in piena Estate anche se con dimensioni dei chicchi di grandine, per fortuna, inferiori.
Il mese di maggio – continua il meteorologo – è notoriamente il più piovoso dell’anno per gran parte del territorio piemontese e soprattutto, dal punto di vista termico, non è un mese estivo. D’altronde maggio appartiene pienamente alla Primavera, quindi perché stupirci di non registrare anche temperature estive? A causa del cambiamento climatico ci stiamo infatti dimenticando quello che sia il vero clima piemontese, con una Primavera spesso fresca e piovosa ma che, negli ultimi decenni, è stata sostituita da un’Estate anticipata.
Ma Andrea Vuolo ci ricorda anche che il caldo estivo, a maggio, non appartiene assolutamente al nostro Piemonte, tanto che la climatologia ci ricorda che i primi 30°C in pianura (Torino compresa) si dovrebbero registrare mediamente non prima della metà del mese di giugno.
Quindi, ripeto, non c’è da stupirsi nel vedere grandinare a maggio o registrare temperature inferiori ai 20°C in pieno giorno. Nulla di anomalo. Quello che può preoccupare (e in effetti è una tendenza alquanto preoccupante) è il fatto che – a parità di intensità del singolo evento temporalesco – la dimensione dei chicchi di grandine stia gradualmente aumentando in questi ultimi anni sulla Pianura Padana. E la causa è proprio il cambiamento climatico.
Avere un’atmosfera più calda e soprattutto un Mediterraneo costantemente più mite in superficie – anche solo di 2/3°C rispetto alla media – determina infatti un surplus di energia termica e potenziale (e di acqua precipitabile) fino all 20-30% in più rispetto al normale.
Il nostro Paese (Piemonte compreso) è proprio tra le aree al mondo che sta maggiormente subendo l’aumento d’intensità e frequenza dei fenomeni meteo estremi causati proprio dal cambiamento climatico, con un impressionante aumento di criticità idrogeologiche determinate dalla fenomenologia meteorologica sempre più estrema.
Prima che sia troppo tardi, direi che sia quindi giunta l’ora di informarsi a dovere, di studiare e di credere alla scienza e a chi fa questo mestiere con passione, amore e dedizione. Basta con il complottismo meteorologico. Basta con il negazionismo climatico. A nome mio e di tanti altri colleghi meteorologi, climatologi, ricercatori e divulgatori scientifici.
Conclude Vuolo.
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Ardmando
23 Maggio 2025 at 18:38
Il cambiamento climatico è un fenomeno PERFETTAMENTE naturale, gonfiato ad arte per spillare denaro ai cittadini dell’Unione. Prima che sia troppo tardi, occorre abbattere il regime di Bruxelles e riprenderci la nostra dignità.