CittadiniPiemonte
Digital News Report Italia 2025: la riscossa delle testate locali nella crisi della fiducia
Le testate locali si distinguono per capacità di ricucire un rapporto autentico con i lettori, in netta controtendenza rispetto all’erosione della fiducia registrata per influencer e figure politiche

TORINO – In un’epoca segnata dalla sfiducia diffusa e dal calo dell’interesse verso l’informazione, le testate giornalistiche locali si affermano come un baluardo di credibilità. Lo dimostra il Digital News Report Italia 2025, presentato a Torino nella sede del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca”, che analizza il rapporto sempre più complesso tra cittadini e notizie nel nostro Paese. Un dato spicca su tutti: l’81% degli italiani si informa a livello locale, riconoscendo ai media di prossimità un ruolo chiave, soprattutto nella cronaca, nella politica e nello sport.
L’indagine – curata da Alessio Cornia (Dublin City University) in collaborazione con i giornalisti del Master torinese Marco Ferrando, Paolo Piacenza e Celeste Satta – rivela un paradosso tutto italiano: l’interesse dichiarato per le notizie è in crollo (dal 70% a meno del 40% in dieci anni), ma il consumo effettivo di informazione resta elevato, seppur mediato da algoritmi e piattaforme social.
In questo scenario, le testate locali si distinguono per capacità di ricucire un rapporto autentico con i lettori, in netta controtendenza rispetto all’erosione della fiducia registrata per influencer e figure politiche. “I media locali dimostrano che si può ricostruire un rapporto di fiducia con il pubblico: un’indicazione importante per tutto il sistema dell’informazione, chiamato a tornare rilevante partendo dalla qualità e dalla prossimità”, ha dichiarato Laura Scomparin, direttrice scientifica del Master, affiancata da Marco Ferrando, direttore delle testate del Master e vicedirettore di Avvenire.
Il ritorno all’informazione di prossimità
A fronte della diffusione di disinformazione sui social e della crescente polarizzazione dei contenuti, il pubblico si rivolge con più fiducia alle fonti locali, considerate meno schierate e più aderenti alla realtà quotidiana. Le testate giornalistiche locali (sia offline sia online) sono percepite come più autorevoli soprattutto per la cronaca nera (51%), la politica locale (54%) e lo sport (45%). Al contrario, le piattaforme digitali vincono per eventi culturali, annunci e servizi, ma con un rapporto più superficiale e impersonale.
Secondo Cornia, il caso italiano “rappresenta un osservatorio privilegiato per analizzare le dinamiche dell’ecosistema informativo. La fiducia risale leggermente, premiando le testate meno polarizzate e i media locali, mentre cresce l’allarme per la disinformazione su social e tra influencer”.
Una risorsa strategica per il futuro dell’informazione
Le testate locali – che siano giornali, tv o radio – non solo resistono alla crisi del settore, ma sembrano offrire una risposta concreta alla crescente “news avoidance”, ovvero la tendenza a evitare deliberatamente le notizie, che in Italia si attesta al 33%. In un panorama mediatico in cui la televisione resta al primo posto come fonte primaria (51%) ma con un declino graduale, e in cui l’online fatica ad affermarsi con continuità, il giornalismo di prossimità offre un’alternativa credibile, costruita sul dialogo con il territorio.
Un’opportunità per il giornalismo di qualità
Realizzato con il contributo di Fondazione Compagnia di San Paolo e Google, il Digital News Report Italia 2025 punta i riflettori su un’informazione che può ritrovare centralità partendo dal basso, nei territori e nelle comunità. In un tempo di crisi della rappresentazione e di frammentazione dell’attenzione, i media locali si candidano a essere luoghi di fiducia e orientamento, capaci di rispondere a bisogni concreti e di favorire una partecipazione più consapevole.
Fonti di informazione
Il Report dice che la televisione si conferma la fonte primaria di informazione per oltre la metà degli italiani (51%), mantenendo una leadership stabile nonostante un lento declino, mentre i media online, pur diffusi, registrano un utilizzo complessivamente inferiore rispetto ad altri Paesi europei. I quotidiani registrano una contrazione ancora più significativa, con un reach che si è sostanzialmente dimezzato nel periodo considerato.
Performance delle testate
Nel contesto digitale, il ranking delle testate cambia rispetto all’offline: non sono più dominate solo dalle emittenti televisive, ma emergono anche testate native digitali, siti di agenzie di stampa e quotidiani tradizionali. Tra le più consultate dal pubblico online si distinguono Fanpage, Tgcom24 e Ansa. Politicamente, Ansa e Corriere della Sera risultano trasversali. La sinistra predilige la Repubblica, il Fatto Quotidiano, Fanpage e il Post, mentre la destra punta su Libero, il Giornale e Tgcom24.
Fiducia e disinformazione
La fiducia nelle notizie resta bassa, attestandosi al 36%, con un lieve aumento rispetto allo scorso anno, ma si riscontra una crescente preoccupazione verso la disinformazione, percepita soprattutto nei canali social e tra influencer e figure politiche. Le donne si dimostrano più fiduciose degli uomini. A generare più fiducia sono ancora la televisione (43%) e i siti di testate radiotelevisive (40%), mentre social media e fonti non tradizionali raccolgono valori più bassi. Le testate meno schierate godono di maggiore credibilità, così come l’informazione locale e regionale, che continua a distinguersi positivamente nel panorama dell’informazione italiana.
Social Media
Facebook resta la piattaforma più usata per le notizie, ma il suo ruolo è in forte calo, soprattutto tra gli under 35. Crescono invece le piattaforme visive: Instagram e YouTube restano le più usate, mentre TikTok cresce rapidamente, spinto dai giovani. X (ex Twitter) ha perso rilevanza e le app di messaggistica, pur molto diffuse, sono sempre meno usate per informarsi. Sui social, oltre la metà degli utenti segue fonti professionali, ma cresce il peso di creator e persone comuni, soprattutto su Instagram e TikTok.
News avoidance
La tendenza a evitare deliberatamente le notizie cala leggermente in Italia, attestandosi al 33% (-3 punti rispetto al 2024) e restando al di sotto della media globale (40%). A scegliere di “disconnettersi” sono soprattutto le persone con reddito e istruzione più bassi, mentre i giovani appaiono meno inclini a evitare le news. Tra le motivazioni principali: la sovraesposizione a guerre e conflitti (34%), l’impatto negativo sull’umore, l’eccesso di politica (31%) e il senso di esaurimento informativo (29%). L’avoidance, più che disinteresse, si configura come una strategia consapevole per ridurre stress e sovraccarico cognitivo.
Intelligenza artificiale e personalizzazione
L’indagine segnala inoltre un’attenzione crescente verso l’intelligenza artificiale: seppure con scetticismo verso i contenuti generati autonomamente, gli italiani apprezzano l’uso dell’IA come supporto ai giornalisti per rendere le notizie più rapide e accessibili, con preferenze per funzioni di traduzione automatica e riepiloghi personalizzati.
Sul sito del Master di Giornalismo trovate il Report completo.
Iscriviti al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese
