Politica
Bruxelles, agricoltori in piazza contro i tagli Ue alla Pac. Carenini (Cia Piemonte): “Colpo durissimo per il nostro settore”
Protesta degli agricoltori Ue a Bruxelles: anche la Cia Piemonte in piazza contro la riforma del bilancio Pac 2028-2034. Carenini: “Tagli devastanti per il nostro settore”.

Bruxelles – 17 luglio 2025. Anche il Piemonte ha fatto sentire la propria voce a Bruxelles nella grande manifestazione europea degli agricoltori, svoltasi ieri davanti al palazzo della Commissione. A guidare la delegazione regionale della Cia – Agricoltori italiani c’era il presidente Cia Piemonte, Gabriele Carenini, al fianco del presidente nazionale Cristiano Fini e dei rappresentanti di tutta Italia.
Promossa dal Copa-Cogeca, l’organizzazione che riunisce le principali sigle agricole dell’Unione Europea, la protesta ha acceso i riflettori sulla proposta della Commissione Ue per il nuovo Quadro finanziario pluriennale 2028-2034, che prevede una drastica revisione della Politica agricola comune (Pac) e l’introduzione di un Fondo unico per i finanziamenti.
Le critiche: “Una minaccia per la sovranità alimentare europea”
«La proposta è inaccettabile – ha dichiarato Cristiano Fini –. Disgrega la Pac, svuota il progetto agricolo europeo, mette in concorrenza diretta settori e Paesi membri, indebolendo la sicurezza alimentare dell’Ue. Von der Leyen ha mancato l’occasione di rafforzare la coesione del sistema agricolo europeo».
Dura anche la presa di posizione di Gabriele Carenini, che ha rimarcato gli effetti sul tessuto agricolo regionale:
«L’agricoltura è presidio del territorio, risposta alla crisi climatica, leva di sviluppo per le aree interne. Il taglio delle risorse e la prospettiva di un Fondo unico rappresentano un colpo durissimo per l’agricoltura piemontese e italiana. Serve una Pac forte, equa e finanziata con chiarezza».
Preoccupazione condivisa anche da Daniela Ferrando, presidente Cia Alessandria-Asti:
«La Pac non è una voce di bilancio sacrificabile, ma il fondamento della sicurezza alimentare europea. Trasformarla in un Fondo unico e ridurne le risorse è un attacco senza precedenti alla sostenibilità delle nostre imprese».
La protesta e gli scenari futuri
Secondo i manifestanti, il fondo proposto rischia di alimentare squilibri tra i Paesi membri e di ridurre drasticamente i finanziamenti diretti alle aziende agricole, proprio in un momento di grande vulnerabilità economica, ambientale e geopolitica. I 300 miliardi annunciati per l’intero settore agricolo europeo sono considerati insufficienti dagli operatori, soprattutto se messi in competizione tra ambiti diversi.
Le organizzazioni chiedono che il prossimo bilancio europeo venga costruito insieme agli agricoltori, con ascolto e confronto, e non imposto a ridosso delle scadenze legislative.
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