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Il 18 luglio a Grugliasco una grande festa popolare con la Pastasciutta Antifascista

L’appuntamento è alle 19,30 in via San Rocco 20

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GRUGLIASCO – Sarà un venerdì 18 luglio di grande festa a Grugliasco. Una festa popolare con la Pastasciutta Antifascista organizzata in città dal Comitato di Sezione A.N.P.I. “68 Martiri”. Anche l’Anpi Grugliasco fa parte della Rete Nazionale delle Pastasciutte Antifasciste promossa da Casa Cervi.

L’appuntamento è alle 19,30 in via San Rocco 20, presso il centro civico” Nello Farina”. A seguire musica dal vivo “La Resistenza in musica”, con Diego Meggiolaro e Simone Pavan, con il patrocinio della Città di Grugliasco.

L’origine della Pastasciutta Antifascista della Famiglia Cervi

Sono trascorsi 82 anni dalla storica pastasciuttata offerta dai Cervi agli abitanti di Campegine per festeggiare la destituzione e l’arresto di Benito Mussolini. Un gesto semplice ma potente, che continua a vivere ogni anno a Casa Cervi e in centinaia di luoghi in Italia e nel mondo, unendo generazioni nel ricordo e nell’impegno civile.

La storia della Pastasciutta Antifascista parte proprio dal 25 luglio del 1943 quando, a seguito della riunione del Gran Consiglio del Fascismo, Mussolini viene destituito e arrestato. Dopo 21 anni terminava il governo del Partito Fascista. Il Re designò il Maresciallo dell’esercito Pietro Badoglio come nuovo capo del governo.

Nonostante la caduta del Fascismo, la guerra continuava a fianco dei tedeschi: nei giorni successivi l’arresto vi furono numerose sollevazioni popolari; il 28 luglio, a Reggio Emilia, i soldati spararono contro gli operai delle Officine Reggiane facendo 9 morti.

I Cervi, come riportato sul sito dell’Istituto Cervi, non vennero immediatamente a conoscenza della notizia della caduta di Mussolini perché impegnati nei campi, ma fu sulla via del ritorno a casa che incontrarono numerose persone in festa.

Sebbene sapessero che la guerra non era davvero terminata, decisero di festeggiare comunque l’evento, un momento di pace dopo 21 anni di dittatura fascista. Si procurarono la farina, presero a credito burro e formaggio dal caseificio e prepararono chili e chili di pasta.

Una volta che questa fu pronta, caricarono il carro e la portarono in piazza a Campegine pronti a distribuirla alla gente del paese. Fu una festa in piena regola, un giorno di gioia in mezzo alle preoccupazioni per la guerra ancora in corso: anche un ragazzo con indosso una camicia nera (forse era l’ultima rimasta?) fu invitato da Aldo a unirsi e a mangiare il suo piatto di pasta.

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