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Chiusura del Traforo del Monte Bianco fino a dicembre: Uncem sollecita interventi rapidi

Il Traforo del Monte Bianco resterà chiuso fino a dicembre per lavori di manutenzione. Uncem chiede interventi rapidi per non penalizzare cittadini, imprese e viaggiatori.

Luca Vercellin

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MONTE BIANCO – La notizia della chiusura del Traforo del Monte Bianco fino a dicembre 2025 per lavori di manutenzione ha suscitato preoccupazioni da parte di Uncem, l’Unione dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani. L’associazione ha chiesto che gli interventi siano rapidi ed efficaci, evitando chiusure continue e ripetute che rischiano di penalizzare cittadini, imprese e viaggiatori.

«Non vogliamo che le Alpi diventino una barriera», sottolineano il presidente nazionale Marco Bussone e il consigliere Jean Barocco, evidenziando come lo stop ai tunnel alpini non riguardi solo la Valle d’Aosta, ma rappresenti un problema di rilevanza nazionale.

Collegamenti europei e infrastrutture

Secondo Uncem, è necessaria una azione coordinata a livello statale per rafforzare i collegamenti con la Francia e con l’Europa, a partire da una pianificazione più ambiziosa e immediata. L’associazione insiste in particolare sulla necessità di avviare al più presto la progettazione della seconda canna del Monte Bianco, senza attendere decenni come accaduto per la TAV in Val di Susa.

Il coinvolgimento del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, insieme agli altri livelli istituzionali, è considerato decisivo per dare concreta attuazione al Trattato del Quirinale, rafforzando i collegamenti strategici tra Italia e Francia.

Conseguenze sulla viabilità e sul territorio

Uncem avverte inoltre che la chiusura contemporanea del Colle del Piccolo San Bernardo e del Monte Bianco riverserà inevitabilmente il traffico sul Sempione e sul Freyjus, già fortemente congestionati, con pesanti ripercussioni sui territori di confine.

«Questi comuni non sono periferia – ribadisce l’associazione – e meritano politiche mirate e una programmazione lungimirante che vada oltre i confini regionali di Piemonte e Valle d’Aosta. Pensiamo oggi al futuro, per evitare criticità ancora maggiori domani».

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