Metro Torino: incertezze sul prolungamento a Ovest, possibili rallentamenti da metà dicembre

TORINO – Il prolungamento della Metro 1 verso Cascine Vica entra in una fase delicata. La Italiana Costruzioni Infrastrutture (ICI) Spa, l’azienda capofila del raggruppamento che sta realizzando le opere civili del prolungamento, ha chiesto al Tribunale di Roma l’accesso al concordato preventivo per ristrutturare i propri debiti.

La società conta oltre mille creditori e un indebitamento complessivo di circa 24 milioni di euro.

Cosa succede ora dal 16 dicembre

Il Tribunale di Roma ha concesso all’azienda tempo fino al 16 dicembre per presentare il piano definitivo. Fino a quella data le azioni dei creditori sono sospese e sono stati nominati commissari giudiziali.

È questo il momento più critico per il cantiere, perché l’ammissione o meno al concordato determinerà le condizioni economiche di ICI e dei numerosi subappaltatori coinvolti.

Ci saranno stop ai lavori?

Per ora i lavori non sono fermi: InfraTo, la società del Comune che gestisce l’opera, conferma che il cantiere continua tra Collegno e Rivoli, con galleria e strutture delle nuove stazioni già visibili. A maggio erano stati sbloccati 26 milioni aggiuntivi, per un totale di circa 70 milioni statali per completare il collegamento della cintura ovest torinese.

Tuttavia, la decisione di metà dicembre potrebbe comportare rallentamenti. Il concordato non blocca automaticamente l’attività, ma può generare ritardi nei pagamenti, difficoltà per le imprese della filiera e possibili ripercussioni sul ritmo del cantiere

Di conseguenza, non è escluso che il cronoprogramma venga rivisto nelle prossime settimane, in base all’esito del Tribunale.

Le stazioni coinvolte

ICI è responsabile delle opere strutturali delle nuove quattro stazioni:

1. Certosa
2. Collegno Centro
3. Villaggio Leumann
4. Cascine Vica

Il tratto di galleria Fermi–Cascine Vica è stato già completato.

Tempistiche previste

Il prolungamento era inizialmente atteso nel 2023, poi posticipato. Ad oggi, l’obiettivo rimane l’entrata in servizio entro i primi mesi del 2028, tempistica che potrebbe subire aggiustamenti se l’iter del concordato dovesse complicarsi.

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