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Torino, a Palazzo Civico la mostra “Com’eri vestita?” contro la violenza di genere con Amnesty International

A Torino la mostra “Com’eri vestita?” di Amnesty: un percorso contro la violenza di genere e per il consenso. Visitabile dal 19 al 28 novembre.

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TORINO – Dal 19 al 28 novembre la Sala delle Colonne di Palazzo Civico ospiterà la mostra “Com’eri vestita?”, iniziativa promossa da Amnesty International Torino per sensibilizzare sul tema della violenza di genere e della vittimizzazione secondaria. L’esposizione rientra nella campagna “#IoLoChiedo – Il sesso senza consenso è stupro” e viene proposta nell’ambito delle iniziative organizzate dalla Città di Torino in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, in collaborazione con la Consulta femminile comunale.

L’inaugurazione è prevista per mercoledì 19 novembre alle 11, nel loggiato davanti alla Sala Colonne di piazza Palazzo di Città 1. La mostra sarà visitabile dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17 e il sabato dalle 9 alle 12, con ingresso libero.

Un progetto nato negli Stati Uniti

L’esposizione trae origine da un’iniziativa del 2013 realizzata all’Università del Kansas da Jen Brockman, direttrice del Centro per la prevenzione e la formazione sessuale, e da Mary A. Wyandt-Hiebert, responsabile del Centro di educazione contro gli stupri. Portata in Italia dall’associazione Libere Sinergie, la mostra ricostruisce le storie di vittime di violenza attraverso gli abiti indossati nel momento dell’aggressione, con l’obiettivo di contrastare il pregiudizio secondo cui le scelte di abbigliamento possano in qualche modo “giustificare” o favorire uno stupro. Una domanda che, ancora oggi, viene rivolta alle vittime anche nei tribunali.

La campagna #IoLoChiedo

La mostra è parte integrante della campagna “#IoLoChiedo”, con cui Amnesty International chiede l’introduzione nella legge italiana del principio del consenso come elemento essenziale nella definizione di stupro. Attualmente il codice penale italiano si basa esclusivamente sull’uso della violenza, della minaccia o della coercizione, senza fare riferimento al consenso, come invece previsto dall’articolo 36 della Convenzione di Istanbul, ratificata dall’Italia nel 2014.

In Europa sono già 17 gli Stati membri che hanno incluso il concetto di consenso nelle proprie legislazioni. In Italia, in questi giorni, la Commissione Giustizia della Camera ha approvato un emendamento che va in questa direzione e che dovrà ora passare al voto dell’Aula. Amnesty International ribadisce dunque la richiesta di un adeguamento normativo e di un cambiamento culturale più ampio, affinché sia chiaro che il sesso senza consenso è stupro.

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