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Mercoledì 10 dicembre a Torino il convegno sulle “resistenze dimenticate” in tutto il mondo, organizzato dal Consiglio regionale

«Oggi nel mondo sono attivi oltre cinquanta conflitti di diversa entità, spesso ignorati dall’opinione pubblica»

Marco Lovisolo

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TORINO – In occasione della Giornata internazionale dei diritti umani, il Comitato Diritti Umani e Civili del Consiglio regionale del Piemonte organizza un convegno per ricordare le “resistenze dimenticate”. Appuntamento mercoledì 10 dicembre alle ore 19 in piazza dei Mestieri in via Durandi 13, a Torino.

Nel convegno, dal titolo “Diritti umani e civili: le resistenze dimenticate”, si confronteranno esperti e attivisti che da tempo portano avanti il loro impegno per tenere alta l’attenzione sulla drammatica situazione del loro paese, come spiega Davide Nicco, presidente del Consiglio regionale: «Con questa iniziativa vogliamo testimoniare la nostra solidarietà e dare voce a coloro che lottano per la difesa dei diritti fondamentali in ogni parte del mondo. L’Iran, il Venezuela, il Kurdistan, la Bielorussia: sono solo alcuni esempi di paesi dove i diritti umani sono sistematicamente violati. Il Comitato regionale per i Diritti Umani e Civili del Piemonte, che ho l’onore di presiedere, vuole continuare a essere un punto di riferimento per tutti coloro che credono nella dignità umana e nella giustizia. Continueremo a impegnarci per mantenere alta l’attenzione, per accendere luci e per sostenere coloro che sono perseguitati per aver difeso la propria libertà. Insieme possiamo fare la differenza».

La vicepresidente del Comitato Sara Zambaia ha illustrato la genesi del convegno: «Abbiamo scelto questo tema per uscire dalla consueta focalizzazione sulla crisi del momento e riportare lo sguardo sulla complessità globale. Oggi nel mondo sono attivi oltre cinquanta conflitti di diversa entità, spesso ignorati dall’opinione pubblica. Dedichiamo questo convegno alle resistenze di cui si parla meno e che si conoscono meno, perché non vengano dimenticate. Vogliamo coinvolgere le loro voci in modo diretto, senza mediazioni che ne attenuino la forza. Le resistenze che presentiamo sono state selezionate con cura insieme alle comunità che le rappresentano. Questo è il nostro modo per restituire spazio, dignità e ascolto a chi continua a lottare nell’ombra».

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