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Giornalista torinese Angela Lano indagata per finanziamento ad Hamas, solidarietà da Rifondazione Comunista Torino

La giornalista torinese Angela Lano figura tra gli indagati a piede libero nell’inchiesta sui finanziamenti ad Hamas

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TORINO – La giornalista torinese Angela Lano figura tra gli indagati a piede libero nell’inchiesta sui finanziamenti ad HamasDirettrice dell’agenzia di stampa Infopal e autrice di diversi libri, articoli e reportage sul mondo arabo e islamico, è una storica attivista No Tav. Lano è indagata per concorso e partecipazione in associazione con finalità terroristica.

Per gli investigatori dell’Antiterrorismo la giornalista sarebbe la responsabile della propaganda di Hamas in Italia, in rapporti quasi quotidiani con l’imam di Genova Mohammed Hannoun, presidente dei Palestinesi d’Italia e tra i principali indagati.

La nota di Rifondazione Comunista Torino

Su quanto accaduto è intervenuto anche il Partito di Rifondazione Comunista Torino secondo cui l’arresto di Mohammed Hannoun rappresenta un grave precedente politico e un ulteriore passo “nella criminalizzazione del movimento di solidarietà con la Palestina nel nostro Paese”.

Riteniamo particolarmente allarmante che elementi dell’inchiesta derivino – secondo quanto riportato da più fonti – da segnalazioni e dossier prodotti da Israele, nel quadro della cooperazione internazionale.

In un contesto in cui Israele qualifica come “terrorismo” gran parte dell’attivismo palestinese, questa cooperazione rischia di importare nel sistema giudiziario italiano la lettura politica israeliana di ogni forma di sostegno alla Palestina come fiancheggiamento del terrorismo.

L’uso estensivo e discrezionale delle norme che puniscono il finanziamento di associazioni con finalità di terrorismo consente di trasformare la solidarietà in reato.

Qui non si tratta di “difendere Hamas”, come verrà inevitabilmente detto. Si tratta di difendere uno spazio politico legittimo: quello della solidarietà internazionale, del dissenso radicale, della critica alle politiche coloniali e di apartheid portate avanti

Respingiamo con forza l’equazione tra solidarietà e terrorismo.
Respingiamo l’idea che sostenere un popolo sotto occupazione equivalga a un reato.
Respingiamo l’uso selettivo della “sicurezza” per colpire chi contesta l’ordine politico dominante.

E non è un caso isolato.

Dopo l’arresto di Mohammed Hannoun, la perquisizione in casa di Angela Lano, giornalista di InfoPal. Un altro segnale chiaro. Un altro atto intimidatorio contro chi racconta, sostiene, dà voce alla Palestina. Colpiscono attivisti. Colpiscono giornalisti. Colpiscono la solidarietà. Non per quello che fanno, ma per quello che rappresentano.

Difendere Mohammed Hannoun oggi significa difendere uno spazio politico collettivo, il diritto di organizzarsi, di dissentire, di praticare solidarietà internazionale senza essere criminalizzati.

La solidarietà non è un reato.
La Palestina non è un crimine.
Il dissenso non si arresta

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1 Commento

1 Commento

  1. Mario Gioni

    29 Dicembre 2025 at 8:47

    E perché mai allora dovrebbero tenere dei computer nascosti nell’ intercapedine di un muro in cartongesso? Il partito comunista poi …

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