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Alessandria

Il processo alla Solvay per il cromo esavalente a Spinetta resta ad Alessandria

Redazione Quotidiano Piemontese

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solvay-spinetta-marengoIl processo per l’avvelenamento da cromo esavalente a Spinetta Marengo resterà ad Alessandria. La presidente della Corte d’assise, Alessandra Casacci, ha respinto l’eccezione di incompetenza territoriale avanzata dai difensori dei dirigenti imputati di avvelenamento doloso delle acque della falda sotterranea che, secondo l’accusa, sostenuta dal pm Riccardo Ghio, è riconducibile all’attività svolta nello stabilimento chimico. Le parti civili avevano difeso la sede processuale ad Alessandria in un comunicato: Noi parti civili, in aula fra ammalati e famigliari dei defunti, siamo convinti che il processo non possa che continuare nella sua sede naturale, ad Alessandria. Come è avvenuto da sempre e dappertutto: per  Icmesa di Seveso, Montedison di Porto Marghera,  Eternit di Torino e Casale, Ilva di Taranto, Fibronit di Voghera, Farmoplant di Massa, Acna di Cengio, Enichem di Manfredonia, Solvay di Bussi, Solvay di Ferrara, Solvay di Rosignano eccetera. 
Solvay di Spinetta Marengo afferma invece che il procedimento deve essere spostato a Milano se un giudice, anche solo uno fra 50, è residente nel Comune di Alessandria o è stato residente negli ultimi 15 anni. Perché? Perché condizionerebbe l’imparzialità della Corte d’Assise in quanto, come residente, sarebbe un “danneggiato, ai sensi dell’art. 11 c.p.p.”. Sarebbe un “danneggiato”in astratto per il solo fatto di essere residente nel Comune di Alessandria. Sarebbe un “danneggiato” anche se non lamenta nessun danno, anche se non è parte civile al processo e neppure nel collegio giudicante, anche se (senza fare nomi e indirizzi divulgati dalla società belga) è residente ma fa il giudice a Saluzzo e Vercelli, o il pretore ad Acqui Terme, o il gip a Torino, o è Uditore giudiziario senza funzioni a Torino, o è all’Ufficio di sorveglianza, o è Dottore agronomo e forestale della provincia ecc.,  anche se non ha mai messo piede a Spinetta Marengo,  anche se non è più residente nel Comune da 14 anni ecc.

Ma insomma, di quale reato è accusata Solvay? Di avvelenamento doloso delle acque e di dolosa mancata bonifica. Il punto è: quali acque sono state avvelenate da Solvay? Sono le acque consumate dentro lo stabilimento di Spinetta Marengo?  Però non riguardano i giudici ma i lavoratori. Allora sono anche le acque prelevate nei pozzi di Spinetta e zone limitrofe, ad uso di privati, ex zuccherificio, fattoria Pederbona, Paglieri ecc.? Però non riguardano i giudici. Secondo il Pubblico ministero, infatti, il reato e il danno sono circoscritti a Spinetta e zone limitrofe, come da capo di imputazione, e in quelle zone non vivono magistrati, la Corte valuterà nel merito ciascuna  parte civile. Invece Solvay presume paradossalmente che tutte le decine di pozzi dell’acquedotto di Alessandria siano tutti indistintamente inquinati? In forza di questa tesi allora  Solvay starebbe sostenendo che tutti i cittadini residenti di Alessandria, capoluogo e sobborghi, tutti, tra cui astrattamente 50 giudici, sono “danneggiati ai sensi dell’art. 11 c.p.p.”.

E’ come dire che tutti gli alessandrini avrebbero diritto di costituirsi parti civili  contro l’azienda per essere stati dalla stessa avvelenati per decenni! Clamoroso. Anzi, siccome la falda inquinata va anche in Bormida, di lì in Tanaro, poi nel Po, come dimostra il PFOA scaricato in Bormida e ritrovato alla foce del Po, dunque secondo il paradosso giuridico Solvay tutti i cittadini padani sarebbero “danneggiati” e tutti i tribunali della pianura padana sarebbero ricusabili? Allora che senso ha la richiesta di spostare il processo a Milano, meglio… a Palermo. In questo processo ne abbiamo viste di tutti i colori: Solvay che vuole costituirsi contro Edison e perfino contro se stessa, fino all’obbiettivo odierno di annullare tramite il trasferimento a Milano tutto il lavoro svolto dal tribunale e ricominciare il processo da capo, e avviarsi alla prescrizione.

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