Cultura
Michael Cimino, la solitudine dei numeri uno
A Cimino non manca l’ambizione e la United Artist gli dà carta bianca per il faraonico progetto de I cancelli del cielo, un western anomalo nel quale si parla di contadini immigrati dell’Est Europa minacciati di sterminio da parte di mercenari assoldati dal governo. Il cast è stellare (Kris Kristofferson, Christopher Walken, Isabelle Huppert, Jeff Bridges, John Hurt, Sam Waterston, Brad Dourif, Joseph Cotten, Mickey Rourke e Willem Dafoe), la durata è biblica (228 minuti) ma il mercato statunitense si dimostra refrattario al progetto. Il risultato è catastrofico. Anzi, è la catastrofe per eccellenza nella storia del cinema: a fronte dei 44 milioni di dollari di budget Cimino ne incassa poco meno di 3 e mezzo. La casa di produzione United Artist fondata 60 anni prima da Charlie Chaplin con Mary Pickford, Douglas Fairbanks e David Griffith subisce un tracollo irrimediabile.
Cinque anni di stop e Cimino torna con un altro capolavoro assoluto, L’anno del dragone, con Mickey Rourke nel ruolo di un poliziotto di origine irlandese in lotta con le triadi cinesi. Temperamento, ritmo e vitalità sono la cifra di questo regista che, come tutti gli artisti fuori dalla norma, è contraddistinto dalla discontinuità. I passi falsi de Il siciliano (“Ho sbagliato a scegliere il protagonista” ha detto negli scorsi giorni a Novello nell’ambito di Collisioni riferendosi al monoespressivo Christopher Lambert) e di Ore disperate lo allontanano dal salotto della Mecca del Cinema. Cimino che è sempre stato autore pericoloso per ciò che aveva da dire, diventa pericoloso perché fa perdere denaro, molto denaro. A Hollywood si perdona tutto, tranne i fiaschi finanziari. A illuminare l’ultimo ventennio di questo genio irregolare del cinema, messo al margine dello Studio System, soltanto un film, Verso il sole, che verrà riproposto al pubblico venerdì 3 giugno alle ore 21 al cinema Massimo 2. In sala il regista statunitense discuterà con il presidente del Museo Nazionale del Cinema Alberto Barbera di questo e degli altri suoi film. E, inevitabilmente, per i fortunati spettatori, sarà un’imperdibile lezione di cinema.
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