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Dopo trent’anni di promesse s’inaugura l’autostrada Asti-Cuneo

Davide Mazzocco

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Viene inaugurata quest’oggi l’autostrada Asti-Cuneo. Roba da non crederci, da strabuzzare gli occhi. Oggi, 20 febbraio 2012, si apre l’ultimo tratto – quello che porterà da Sant’Albano Stura a Cuneo – dell’autostrada attesa da oltre trent’anni per unire i due capoluoghi.  Quando se ne iniziò a parlare andavano di moda i pantaloni a zampa e le basette lunghe ora la notizia rimbalzerà attraverso i twitt. Si tratta davvero di una giornata storica. Per decenni i cuneesi hanno chiesto – senza successo – di essere allacciati alla rete autostradale nazionale e, proprio in virtù della mancanza di una rete viaria veloce, il capoluogo ha mantenuto una propria specificità, una generica e palpabile autarchia economica, turistica e culturale. Un esempio? Le valli occidentali sono rimaste quasi totalmente immuni alla speculazione edilizia e agli scempi dell’industria degli sport invernali. Se le valli Stura, Grana, Maira, Varaita e Po sono rimaste fra le più incontaminate dell’intero arco alpino lo si deve alla loro difficile raggiungibilità.

Della Asti-Cuneo se ne parla per oltre dieci anni prima che nasca, nel 1989, la società per azioni Rac (Raccordi autostradali cuneesi) che promette la realizzazione dell’opera entro il 1994. Nel 1990 si valuta l’ipotesi di autostrada fino a Massimini di Carrù, immissione sulla Torino-Savona e poi svincolo sulla superstrada Cherasco-Asti. Nel 1992 la Regione Piemonte approva il progetto che nel 1993 viene bocciato dall’allora Ministro dell’Ambiente Ripa di Meana. Tramontata l’ipotesi di un allacciamento a Carrù si inizia a parlare di Marene come possibile innesto sulla Torino-Savona e il ministro delle politiche comunitarie Domenico Comino annuncia che nel 1999 l’autostrada sarà realtà. Nel 1997 i finanziamenti stanziati per la Asti-Cuneo (1700 miliardi di lire) vengono dirottati sulla Vicenza-Treviso e i sindaci di Langhe, Roero e Albese insorgono occupando la prefettura di Cuneo. Nel 1998 la situazione sembra sbloccarsi e qualcuno ipotizza che l’autostrada sarà pronta per il 2004. Dodici mesi dopo l’Anas annuncia solenne: “Sarà pronta per le Olimpiadi del 2006”.

La situazione si fa bunueliana, sembra di vedere i commensali de Il fascino discreto della borghesia che si mettono continuamente a tavola senza mai riuscire a iniziare la loro cena. Nel 1999 l’Anas litiga con la Satap (l’azienda che con la Sitraci costituisce la Rac) per un taglio di 500 miliardi ai finanziamenti previsti. Nel 2000 sul lotto Massimini Perucca vengono scoperti residui bellici e il terreno deve essere bonificato; nello stesso anno la magistratura giudica “illegittima” la concessione Satap sulla Cuneo-Asti e indice una gara d’appalto fra le società di tutta la Comunità europea. Parole, parole, parole. “Ok ce la faremo per il 2005”. “Autostrada finita nei primi mesi del 2006”. Commissari, tecnici e politici, ognuno fa le sue previsioni che si rivelano puntualmente ottimistiche. Nel 2005 il consorzio composto da Salt, Grassetto Lavori e Itinera che fa capo a Marcellino Gavio vince la gara d’appalto e promette solenne che nell’estate 2009 finalmente si potrà viaggiare in autostrada da Asti a Cuneo.

Il 29 luglio si inaugura il primo tratto di 11 km da Sant’Albano Stura e Massimini di Carrù. Nel 2006 viene costituita la società Autostrada Asti-Cuneo che dovrà progettare e realizzare i tratti mancanti (costo:  1600 milioni di euro) da Cuneo a Sant’Albano Stura e da Roddi ad Alba da Isola d’Asti ad Asti. Proprio in quest’ultimo tratto i lavori vengono bloccati nel 2007 per rifare il manto stradale e adeguare i materiali a quelli previsti dall’appalto. Nel 2008 il sindaco di Cuneo Valmaggia si sbilancia promettendo che per il 29 settembre 2010 (San Michele, festa patronale) si arriverà a Cuneo in autostrada. Nel 2009 il ministro dei Trasporti Altero Matteoli conferma che si arriverà a Cuneo entro il 2012 ma i cantieri termineranno nel 2015. Tramontata l’ipotesi di un tunnel ad Alba si continua a lavorare fino all’inaugurazione di quest’oggi.

A benedire l’opera – davanti al presidente della Regione Roberto Cota, a quelli delle Province di Cuneo e Asti Gianna Gancia e Maria Teresa Armosino e al sindaco di Cuneo Alberto Valmaggia – ci sarà monsignor Giuseppe Cavallotto, vescovo di Cuneo.

Ecco le uscite della A 33 Asti-Cuneo lunga 93 km: Tangenziale Asti, Isola d’Asti, Costigliole-Govone, Govone, Castagnito-Alba Est, Verduno-Alba Ovest, Cherasco, Bra-Marene, Fossano, Sant’Albano Stura, Cuneo Est, Cuneo Centro.

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