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Economia

Tutti chiedono alla Fiat di essere finalmente chiara sul suo futuro

Redazione Quotidiano Piemontese

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Weekend di richieste di chiarimenti espliciti ai vertici del Lingotto, oramai provincia degli Usa, sul futuro di Fiat in Piemonte e in Italia dopo la comunicazione di Fiat chiusura del progetto di Fabbrica Italia e dopo le forti critiche di Diego Della Valle. Il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera: “Il governo ed io faremo tutto il possibile, nell’ambito delle norme, per assicurare che le responsabilità che Fiat ha preso nei confronti dell’Italia vengano rispettate e ben chiarite. Il governo si adopererà perché nell’ambito della crescita di Fiat l’Italia abbia un ruolo importante, ma non è pensabile che la politica si sostituisca alle scelte imprenditoriali e di investimento ma assicuriamo massima attenzione ed impegnò. Massima attenzione non deve significare telecronaca dei contatti, delle telefonate o degli incontri perché la Fiat è un’azienda quotata che deve seguire delle precise regole in termini di comunicazione ai mercati.

Il ministro Elsa Fornero sembra preoccupata per il futuro di Fiat: “La Fiat è ormai una multinazionale. Ma è anche una grande industria italiana. Per questo, Marchionne ha il dovere di spiegarci quali sono le sue strategie per l’Italia. Aspettiamo sue notizie nei prossimi giorni. Io ho molte cose da chiedergli. E l’attesa non può essere eterna. Il governo non può imporre le sue scelte a un’impresa privata. Non possiamo convocare l’amministratore delegato al ministero. Ma all’amministratore delegato abbiamo chiesto un impegno preciso: ci dica come intende cambiare i contenuti del piano Fabbrica Italia. Ci dica se e come sono state modificate le strategie di investimento del gruppo nel nostro Paese. Ci dica se e come sono mutati gli impegni occupazionali negli stabilimenti attivi sul territorio nazionale. Marchionne non può tirarsi indietro. Lo deve non tanto e non solo al governo e ai suoi azionisti, ma soprattutto ai lavoratori della Fiat, e a migliaia di famiglie che vivono grazie alla Fiat. E lo deve anche all’Italia. A noi sta a cuore che la Fiat difenda e rilanci la sua produzione e i suoi investimenti in Italia”.

Il governatore del Piemonte, Roberto Cota ha sostenuto che “La Fiat deve dire con chiarezza che cosa intende fare, perchè questo continuo stillicidio di dichiarazioni è molto dannoso, per i lavoratori, per tutto il nostro sistema produttivo che ruota attorno all’azienda, e per la credibilità del territorio. Ovviamente l’azienda deve sapere che Torino e il Piemonte, che le hanno dato tanto, non possono essere trattati come un qualsiasi posto del mondo dove può essere più o meno conveniente impiantare uno stabilimento. Le conseguenze di un atteggiamento del genere sarebbero molto gravi e mi sento di interpretare un atteggiamento molto diffuso al Nord. Avere un ruolo e delle radici così profonde, tanto da essere identificati come uno dei simboli, il più conosciuto di Torino, e aver ottenuto nel tempo un’attenzione da parte delle amministrazioni locali, deve comportare qualcosa. Wono in contatto con il ministro Passera e ci vedremo venerdì al suo ritorno dal Brasile: chiedo al governo di comprendere una cosa e cioè che la deindustrializzazione si combatte con vere politiche fiscali ed industriali. Mi preoccupa ciò che farà la Fiat, ma mi preoccupa anche ála situazione di un sistema che senza un abbassamento della pressione fiscale sull’impresa e sul lavoro non è competitivo. Ho idee e proposte che ripeto tutti i giorni e che attuo per quanto riguarda le ,ahimè, scarse competenze regionali. Speriamo vengano ascoltate”.

Ottimistico il sindaco di Torino Piero Fassino: “I vertici del Lingotto non adotteranno nessuna soluzione traumatica per affrontare la crisi. Ho visto Sergio Marchionne e John Elkann dieci giorni fa. Non ero solo. Ma ho un testimone, il vicesindaco Dealessandri. Abbiamo ribadito a Marchionne e a Elkann che Torino è il luogo dove la Fiat è nata e produce, pur sapendo che dopo il matrimonio con Chrysler le logiche sono più ampie. Ci hanno risposto che sono consapevoli di cosa Fiat rappresenta per Torino e non hanno intenzione adottare soluzioni che shocchino o scassino la situazione, anche se la Fiat è in difficoltà come tutti e sta affrontando una crisi del mercato dell’auto che è la più pesante da trent’anni. Io come sindaco tifo perchè la Fiat rimanga a Torino, perchè continui a stare qui e a rafforzarsi. Io non appartengo al partito che vorrebbe vedere andar via la Fiat e fa il tifo per questo. Sollecito il governo a non fare solo il notaio. Bisogna capire cosa mette in campo per contrastare la crisi del settore automobilistico e per promuovere poi la ripresa”.

Per Susanna Camusso leader della Cgil, la situazione è al capolinea: “Possiamo aspettare ancora? Facciamo le telefonate? O è ora che il governo prenda in mano la situazione? E non chieda a Fiat cosa intende fare, ma dica a Fiat cosa intende fare il Paese?. L’azienda ha preso in giro tutto il Paese.

Secondo il numero uno della Fiom Maurizio Landini: “Deve essere il premier Mario Monti a convocare azienda e sindacati dopo due anni di vuoto e assenza del governo”.

Per il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni: “Penso che Marchionne farebbe bene a chiarire il concetto e spiegare se il programma pattuito è sospeso solo fino a quando il mercato non inverte il trend. Oppure l’intenzione è quella di cambiare indipendentemente da come vanno le vendite. Occorre arrivare a un chiarimento pubblico con noi prima di presentare il piano a ottobre”.

Per Gianfranco Fini presidente della Camera: “Hanno fatto bene i ministri Passera e Fornero a chiedere subito chiarimenti all’azienda affinchè si possa capire esattamente come stanno le cose. Fiat è parte della storia italiana. In Francia e in Germania si sarebbero comportati nello stesso modo nel quale si è comportato il nostro governo che ha immediatamente chiesto un incontro all’amministratore delegato per chiarire quali sono i progetti”.

Secondo il democratico Enrico Letta: “Marchionne si è erto a paladino di certe politiche e ha sfidato l’intero paese, non puo’ permettersi di essere ambiguo sulle risposte perchè riguarda noi e tutto il Paese. E’ una vicenda ”molto grave, molto complicata. Il governo si sta muovendo e lo spingiamo a muoversi. Il caso Fiat e’ complicato per il grado di aspettative e impegni anche in termini di sfide che Marchionne si e’ preso nei confronti del Paese”.

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