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Bullismo sempre più diffuso. Asti potrebbe avere il suo osservatorio sul fenomeno

Redazione Quotidiano Piemontese

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WCENTER 0LGBACHZWY -Il fenomeno del bullismo giovanile è sempre più frequente e radicato, spesso i media riportano episodi che sfociano in vera e propria violenza o addirittura, nei casi più estremi, in morti precoci. La provincia di Asti non è immune al fenomeno, così, per monitorare la situazione, prevenire e correggere comportamenti aggressivi tra ragazzi, l’osservatorio regionale tira le somme dei casi dichiarati, ovvero di quelli di cui si è a conoscenza. Nel 2011 si sono attestati intorno al 4,4% e sono in aumento. Il bullismo, secondo l’osservatorio, tra gli adolescenti under 18 si manifesta in svariati modi. La manifestazione più diffusa è sicuramente quella verbale e psicologica, ma non mancano forme più cruente di violenza fisica e/o sessuale. L’ ufficio nuovi diritti della Cgil di Asti ritiene che tale fenomeno debba e possa essere contrastato in modo efficace con una estesa opera di informazione, formazione e sensibilizzazione sia delle istituzioni (scuola, consultori, forze dell’ordine ecc.) sia delle famiglie potenzialmente interessate dal fenomeno.

Gli esponenti dell’ufficio ritengono che anche ad Asti possa essere creato un osservatorio permanente su tale fenomeno così come avviene in tante città e province italiane. Il silenzio, il “non dire”, il “non parlarne” o peggio ancora il considerare il fenomeno come “accettabile”, possono solo che amplificare le perverse conseguenze che tale fenomeno genera.

Nel triennio 2013-2015 prosegue il progetto di contrasto al bullismo che vede l’impegno congiunto della Regione e delle forze dell’ordine e il coinvolgimento del mondo della scuola per contrastare tale fenomeno che, in ogni caso esprime la presenza di un profondo disagio giovanile ma rischia di rivelarsi l’anticamera di una vita segnata da comportamenti violenti e illegali. L’osservatorio della Regione ha raccolto dati secondo cui la maggior parte dei casi di bullismo si registra nella scuola media (52,9%), seguita da superiori (25), elementari (19,6%) e scuola dell’infanzia (2,5%).

Geograficamente il fenomeno si manifesta con valori percentuali che oscillano tra il 2,9% del Verbano-Cusio-Ossola al 46,6% della provincia di Torino. Sul resto del territorio la percentuale dei casi dichiarati è del 9,8% nell’Alessandrino, del 4,4% nell’Astigiano, del 5,9% nel Biellese, del 16,7% nel Cuneese, del 7,8% nel Novarese e del 5,9% nel Vercellese.

La manifestazione più diffusa è quella diretta verbale, ma il 12% del campione ha segnalato anche forme di bullismo diretto e fisico, con atti di violenza quali per esempio il furto, la rapina o le molestie sessuali. In generale, gli atti di bullismo coinvolgono solitamente come carnefice e vittima alunni dello stesso sesso, indipendentemente da un’azione di gruppo o singola ed interessano principalmente i maschi, mentre tra le femmine la percentuale di “bulle” risulta limitata tra il 10 e il 20%.

Negli ultimi due anni si sono svolti anche specifici incontri rivolti al personale docente per la prevenzione in classe dei comportamenti legati al disagio socio-relazionale, come il bullismo: oltre 2mila a livello regionale gli insegnanti che vi hanno preso parte fino ad oggi. Incontri che proseguiranno dunque fino al 2015, durante i quali sarà distribuita anche la nuova edizione del volumetto “Bulli e Bulle? No grazie”, con le due versioni rivolte una agli studenti e l’altra a insegnanti e genitori.

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