Marrone risponde alle critiche di PD e comunità ebraica

Il “caso Priebke” continua a far discutere i politici torinesi. Dopo la dura accusa di ieri da parte della comunità ebraica al consigliere Maurizio Marrone, oggi l’esponente di Fratelli d’Italia ha voluto puntualizzare la sua posizione in merito e passare al contrattacco.

“Sono sdegnato delle polemiche suscitate strumentalmente nei miei confronti: aver richiamato la prassi purtroppo consuetudinaria delle rappresaglie contro i civili adottata da molti eserciti nel corso della seconda guerra mondiale, non comporta in alcun modo un’apologia dell’atroce eccidio delle Fosse Ardeatine, ma al contrario un appello a non dimenticare i fondamentali principi di tutela della persona umana”

Ricordiamo che tutto era nato da un post su Facebook di qualche giorno fa di Marrone in cui scriveva

“Una rinfrescata alla memoria di quanti si accaniscono su Priebke anche dopo la morte: la rappresaglia alleata era 5 volte più feroce”

Il consigliere comunale ora tiene a precisare che la sua era

“una semplice riflessione umana e non politica, ma alla luce delle polemiche una considerazione politica mi tocca farla: quale siderale distanza dalla sinistra di Togliatti che, all’indomani del conflitto sapeva già guardare avanti, separa gli esponenti torinesi di questo Pd mentalmente e culturalmente fermi a Piazzale Loreto, in cerca di un nemico da odiare e diffamare, invece di un avversario con cui confrontarsi”

Marrone minaccia poi querele per le “infamie attribuitemi ingiustamente” e ricorda che

“ogni vita umana è sacra e inviolabile […] ma altrettanto inviolabile è il diritto alle esequie funebri, quantomeno in una civiltà ispirata allo Stato di diritto: erano proprio i regimi totalitari a fare le fosse comuni o a bruciare con disprezzo le salme. Non si risponde alla barbarie con un imbarbarimento”

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