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Cronaca

A Torino la Polizia Municipale arresta un pedofilo: tra i vari capi di imputazione: violenza sessuale, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione

Vincenzo Spinello

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Al termine di una lunga indagine durata circa due anni, gli uomini del Reparto di Polizia Giudiziaria della Polizia Municipale di Torino, su ordine di esecuzione di misura cautelare emesso dal Pubblico Ministero Giulia Rizzo, hanno arrestato un uomo di 62 anni che, nel suo appartamento di Barriera di Milano, molestava i ragazzini che frequentavano il giardino di fronte la sua abitazione, offrendo loro ricariche telefoniche, pacchetti di sigarette e altri piccoli regali in cambio di favori sessuali. L’uomo, oltre a essere accusato per aver abusato di minori, deve rispondere del reato di produzione e detenzione di immagini e filmati di natura pedopornografica, oltre che di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione con coinvolgimento di due minorenni.

Le indagini erano iniziate nell’ottobre 2018 a seguito di una segnalazione inoltrata alle forze dell’ordine da un cittadino che aveva raccontato di essere stato contattato al citofono di casa da un ragazzino che gli aveva chiesto chi fosse ‘il pedofilo con la testa pelata che abita al piano di sotto’ che lo aveva molestato. Il ragazzino, che all’epoca dei fatti aveva 14 anni, gli aveva confidato che non era la prima volta che l’individuo lo contattava per chiedergli di andare a comprare le sigarette in cambio di 10 euro. Qualche giorno prima lo stesso uomo lo aveva anche ‘accarezzato e toccato nelle parti intime’ e lui aveva reagito “allontanandolo con uno spintone’.
Il ragazzo ha poi raccontato alle forze dell’ordine che un episodio analogo si era verificato un anno prima e aveva avuto come protagonista sempre lo stesso uomo.
Il giovane ha inoltre riferito che, tra i ragazzi del parco del quartiere, quell’uomo che deambulava avvalendosi di una carrozzina era conosciuto, così come era anche risaputo che aveva una certa ‘predilezione’ per i soggetti più giovani nei cui confronti aveva già assunto atteggiamenti simili, inducendoli a recarsi nella sua abitazione.

È così partita una complessa e articolata indagine, coordinata dal Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Torino dottoressa Giulia Rizzo, svolta attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, appostamenti, pedinamenti, assunzione di testimonianze, perquisizioni, nonché sequestri di materiale informatico (dal quale sono stati estratti 3.200 files contenenti immagini e video di ragazzi nudi intenti a praticare atti sessuali e di autoerotismo).

L’indagine ha fatto emergere che l’uomo passava intere notti in bianco a chattare con minorenni e, come scoperto dagli agenti della Polizia Municipale, in più occasioni anche minori di 14 anni, per scambiarsi foto o video in diretta, spesso spacciandosi per loro coetaneo o fingendo di essere un meccanico che vende e ripara motorini, in modo da stimolare l’interesse di giovani adolescenti con l’intento di carpirne la fiducia, anche attraverso lusinghe e complimenti, arrivando a chiedere insistentemente foto che li ritraessero in volto e nel corpo nudo, fino poi a manifestargli il desiderio di avere rapporti sessuali, inviandogli al riguardo filmati con scene di sesso tra omosessuali.

L’uomo era solito ricercare nuovi contatti attraverso le reti sociali telematiche. Dalle intercettazioni è emerso che la tecnica di adescamento era sempre la stessa: una volta stabilito il contatto, l’uomo ricorreva alla lusinga e all’inganno per perseguire le proprie finalità erotiche e, in cambio di pochi euro, otteneva foto e video dei ragazzi.
La complessa indagine condotta dalla Polizia Municipale ha portato alla luce anche un’altra attività avviata dall’uomo nel suo appartamento per arrotondare la pensione di invalidità. Le immagini immortalate dalle telecamere posizionate in prossimità dell’uscio di casa, hanno evidenziato che l’uomo ospitava più persone nel proprio domicilio perché potessero dedicarsi all’esercizio del meretricio.
Nello specifico favoriva e sfruttava la prostituzione di cinque giovani ragazzi e ragazze, di cui due ancora minorenni, che si rivolgevano all’uomo chiamandolo ‘zio’.

In cambio dell’utilizzo del suo appartamento per incontri a pagamento, lo ‘zio’ pretendeva una percentuale per ogni prestazione, da un minimo di 5 fino a 40 euro, cifra che a volte poteva subire variazioni a seconda delle sue esigenze economiche.
L’offerta dei ‘servizi’ avveniva attraverso inserzioni su siti internet specializzati che spesso venivano caricate in rete anche dal computer o dal telefono dell’uomo il cui numero telefonico figurava tra quelli caricati nei vari annunci per la richiesta di servizi sessuali a pagamento e per la definizione degli appuntamenti con la clientela che, talvolta, venivano intermediati da lui stesso.
Attualmente l’uomo si trova in isolamento nel carcere di Torino e dovrà rispondere dei reati di violenza sessuale, produzione di materiale pedopornografico, prostituzione minorile, adescamento di minori, pornografia minorile, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
Considerati i precedenti specifici a carico dell’uomo, rischia una condanna fino a 12 anni.

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