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Problemi e prospettive del comparto automotive a Torino: il Consiglio comunale ha incontrato categorie e istituzioni

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Francesco Sicari, presidente del Consiglio comunale, ha introdotto la seduta sottolineandone l’aspetto di confronto aperto con i rappresentanti delle realtà territoriali interessate al settore dell’auto. Un comparto industriale, ha ricordato, da tempo in crisi – approfondita dalla pandemia – con pesanti ripercussioni su lavoratori e famiglie. Il Consiglio, ha concluso Sicari, si impegnerà nel concorrere all’elaborazione di strategie e iniziative per sostenere questo settore importante per economia torinese.

Per la Regione Piemonte è intervenuto l’assessore Maurizio Marrone, per il quale le speranze suscitate dalla fusione FCA – PSA sono accompagnate da inquietudine, dato che la partecipazione statale francese al nuovo Gruppo Stellantis – non bilanciata da analoga presenza italiana – rischia di penalizzare i nostri impianti. Marrone ha auspicato un intervento del governo in questo senso, tramite Cassa Depositi e Prestiti, non solo per difendere i posti di lavoro ma anche gli interessi delle generazioni future.

A rappresentare il Gruppo Stellantis, Davide Mele (Chief Operating Officer for Enlarged Europe): rievocate le difficoltà (-25% delle vendite sul 2019) ha affermato che FCA e poi Stellantis hanno reagito in modo deciso, lavorando sulle sinergie post fusione e confermando il piano di investimenti da 5 miliardi di euro (2 sul polo torinese). Sarà centrale l’elettrificazione, ha sottolineato Mele, citando la 500 e nuovi modelli ibridi Maserati (2022). A maggio ci sarà ancora cassa integrazione ma passata la crisi si partirà a velocità piena. A Mirafiori si sviluppano il Battery Hub e 150.000mq di pannelli fotovoltaici che consentiranno di evitare 5000 tonnellate di CO2. Mele ha infine citato investimenti su car sharing ecosostenibile, formazione, centro ricambi di Rivalta, nonché la collaborazione con Università e Politecnico, invitando a lavorare insieme, con un dialogo aperto e costante, per superare situazione difficile e creare condizioni di sostenibilità e competitività.

Nicola Scarlatelli (vicepresidente Camera di Commercio) ha riepilogato i dati dell’Osservatorio sulla componentistica automotive italiana dove per il distretto piemontese si rileva un cambio di scenario dato dalla nascita di Stellantis. Il Piemonte – ha detto – ha un impatto per fatturato e numero di aziende di circa un terzo del settore a livello nazionale. La filiera della componentistica nella nostra regione è molto articolata: vi sono tutti i mestieri ed è composta da 736 imprese, un fatturato di 18,5 miliardi e oltre sessantamila addetti, di cui l’84 per cento nella provincia di Torino.

Guido Saracco, rettore del Politecnico, si è detto convinto che il Politecnico e l’Università di Torino siano in grado di rendersi utili in una fase di profondo cambiamento del settore automobilistico. Il rettore ha spiegato che è imminente un incontro con i vertici di Stellantis, incontro che sta preparando incontrando preliminarmente gli attori del comparto. Il Politecnico può fare molto per il territorio locale – ha aggiunto – ricordando le iniziative dell’ateneo come il Competence center 4.0 e il corso di laurea in ingegneria dell’autoveicolo organizzato con FCA.

Guido Boella (Università degli Studi) ha sottolineato come le trasformazioni in corso abbiano incertezze rispetto alle scelte delle tecnologie migliori, soprattutto in relazione alle fonti energetiche, alle tipologie e al numero di veicoli coinvolti evidenziando tuttavia come i veicoli saranno sempre più digitalizzati e quindi siano utili maggiori competenze in questo ambito. Molte le iniziative che si stanno avviando e che vedono coinvolti i due atenei, ha sottolineato, dal Competence Centre, Centro nazionale per la ricerca e il trasferimento tecnologico su mobilità e automotive (previsti 20 milioni) che può diventare riferimento a livello nazionale. L’Università ha aperto sportello di supporto alle aziende, attivato corso di laurea su Management on line e inserito studenti in aziende.

Davide Barberis (Ordine Commercialisti), condividendo il metodo di coinvolgimento e lo spirito di tutela della città e dei lavoratori, ha sottolineato la necessità di porre attenzione ai mercati, evidenziando come obiettivo dell’Ordine sia quello di fare rete su tematiche amministrative. Servono azioni integrate tra gli enti locali, con una governance capace di pianificare e orientare le scelte, ma occorre ripensare la fiscalità, comprendendo che fare impresa significa investire capitale in contesto di forte rischio.

Davide Richetta , per l’Ordine degli Avvocati, ha ricordato che l’automotive è strategico per la città e che le decisioni operative avranno ripercussioni sul tessuto sociale, economico e urbanistico. L’obiettivo dell’Ordine – ha detto ricordando l’anniversario del sacrificio dell’avvocato Fulvio Croce – sarà quello di tutelare i diritti delle parti coinvolte, nei contenziosi giudiziari e nelle ADR (Alternative Dispute Resolutions), auspicando che la trasformazione aziendale avvenga secondo giustizia e nel rispetto di tutti i protagonisti.

L’economista Andrea Roventini (Scuola Superiore Sant’Anna) ha quindi evidenziato il ritardo nello sviluppo dei prodotti una volta fiore all’occhiello dell’azienda (come la Punto) e dell’auto elettrica. L’acquisizione – ha detto – ha portato vantaggi innegabili a Exor (con dividendi per 2,9 miliardi) e a Psa, che ora può accedere al mercato americano. Lo Stato italiano però è rimasto assente: dovrebbe entrare come azionista come ha fatto la Francia – ha concluso – per dare impulso alle politiche industriali ed evitare un disastro che sembra già scritto sulla carta.

Per Gianmarco Giorda (direttore ANFIA), è preoccupante la grave crisi del 2020 che ha provocato in Italia un calo del 26% delle immatricolazioni in tutti i comparti (autovetture, veicoli commerciali, autocarri) oltre a una riduzione del 15% nella produzione dei veicoli. Grave anche il calo del fatturato nel settore della componentistica, che si aggira fra il il 15 e il 20% del proprio fatturato. Servono allora interventi e misure in grado di incidere in maniera profonda sulla competitività e sulla tenuta del nostro settore. E, nei prossimi anni, ha concluso Giordasaranno necessarie proposte strategiche nei settori della ricerca e dello sviluppo in materia di mobilità sostenibile.

Corrado Alberto (presidente API Torino) ritiene che sia necessario costruire politiche industriali che nascono dal basso per dare indicazioni nette e coerenti sul tema. Ancora più importante che questo processo possa arrivare da un territorio come questo, da sempre specializzato nella produzione delle auto. Serve un territorio fertile e Torino e il Piemonte lo sono, ha concluso Alberto, ma serve uno sforzo politico che aiuti a mettere da parte i particolarismi che possono rivelarsi nocivi, favorendo l’attenzione verso le piccole e medie imprese che sono il fulcro di questa realtà.

Il segretario di CNA Torino, Filippo Provenzano, ha sottolineato la centralità per l’area torinese della manifattura intesa in senso ampio, con una fitta rete di microimprese e piccole imprese strettamente interconnesse tra loro. Occorrono politiche che valorizzino questo tessuto produttivo, senza trascurare temi come il credito, le infrastrutture e un nuovo approccio ai codici Ateco, più trasversale.

Emanuela Barreri, presidente di Environment Park, ha da parte sua evidenziato come a Torino esista un attivo ecosistema dell’innovazione, affermando che occorre riattivare le aziende della componentistica, lavorando per la reindustrializzazione del Piemonte. L’introduzione di nuovi processi produttivi e di nuovi prodotti avrebbe ricadute positive su territorio e occupazione, ha aggiunto Barreri, che ha citato anche la “chimica verde” e l’economia circolare.

Aldo Enrietti (Ismel) si è detto molto preoccupato per l’operazione Stellantis elencando questi temi: PSA afferma che le fabbriche di FCA sono inefficienti e vuole ridurre i costi aziendali complessivi; le due imprese si sovrappongono nella gamma produttiva e nelle funzioni di progettazione; si parla poi di ottimizzare gli acquisti ma non è chiaro come saranno selezionati i futuri fornitori (e la filiera italiana dipende in larga parte dalle scelte di FCA); il comparto elettrico sembra ancora marginale.

Davide Provenzano (segretario generale FIM-CISL Torino) ha definito drammatico il momento attuale per i lavoratori di FCA. Stiamo cercando di interpretare lo scenario complessivo ed è nostra intenzione incontrare i responsabili del nuovo gruppo aziendale, ha detto, ma siamo reduci da anni di cassa integrazione e non vediamo chiare prospettive. I lavoratori segnalano la distanza della politica dall’azienda e noi chiediamo che il Comune di Torino si adoperi di più.

Edi Lazzi (Fiom Cgil): Auspica che questo inizio di percorso porti ad azioni concrete, considerando che dal 2006 al 2020 si è passati da 214 mila auto assemblate a Torino a 29 mila, un -87% che corrisponde a meno 32 mila posti, con conseguente crisi economiche che ha avuto ripercussioni su tutti i settori della città. Ha sostenuto che non basta la 500 elettrica e i due modelli di Maserati per il rilancio dell’occupazione. Occorrono nuovi modelli e incrementare i volumi produttivi.

Luigi Paone (UILM): Ha evidenziato la necessità di un nuovo piano da parte del livello nazionale e locale, poiché si è guardato con attenzione alla fusione col Gruppo Psa, ma preoccupa l’obiettivo di riduzione dei costi che non può essere tradotta come riduzione dei posti di lavoro. Stellantis, ha aggiunto, deve dare garanzie su occupazione con nuovi modelli, altrimenti non verrebbero utilizzati pienamente gli impianti esistenti. Occorre formazione specifica su operai, come avviene in Francia, Le preoccupazioni sindacali, ha concluso, devono essere anche quelle delle istituzioni.

Ciro Marino, UGLM Torino, ha detto che i dati di Stellantis sinora sono preoccupanti e che l’automotive a Torino è in forte affanno: occorre sviluppare politiche attive per garantire un futuro occupazionale senza tagliare servizi, mettendo al primo posto la sicurezza di lavoratori e lavoratrici. Sediamoci a un tavolo – ha concluso – per salvaguardare occupazione e produzioni e promuovere sul nostro territorio la green economy.

Per il sindacato Associazione Quadri Capi Fiat, Fabrizio Amante ha spiegato che l’automotive è stato stravolto da profondi cambiamenti legati alla transizione ecologica, che vanno correttamente governati per evitare perdite occupazionali. A breve, medio e lungo termine – ha specificato – vanno riqualificate le professionalità, sia dei blue che dei white collars, per riadattarle alle nuove tecnologie e mantenere inalterati gli assetti produttivi sul territorio.

La sindaca Chiara Appendino, il cui intervento ha chiuso la seduta consiliare, ha ringraziato gli intervenuti e ricordato come la filiera dell’auto, uno degli assi portanti della nostra città, sia in rapido cambiamento (idrogeno, elettrificazione) e questo nel quadro di un più generale cambiamento della mobilità. La rivoluzione tecnologica, ha aggiunto la sindaca, cambia una serie di equilibri. Questa amministrazione ha cercato di favorire la capacità del territorio di recepire questi cambiamenti e di rendersi attrattivo, lavorando per un sistema di trasporto innovativo e interconnesso, agendo anche a livello nazionale (area di crisi, distretto aerospaziale di Corso Marche, TNE). Il nostro territorio, ha affermato Appendino, ha tutte le competenze necessarie per essere al centro della rivoluzione dell’auto. Tutelare le imprese e i lavoratori e lavoratrici è un dovere morale che impegna tutti, nei diversi ruoli. La nascita di Stellantis è un’opportunità ma dobbiamo fare di più per tutelare il nostro territorio, ha proseguito la sindaca, sottolineando come non sia chiaro cosa avverrà a Torino rispetto agli sviluppi del nuovo gruppo automobilistico e ricordando di aver interpellato a questo proposito il presidente del Consiglio Mario Draghi. Il territorio nel suo complesso, ha concluso la sindaca, deve far sentire la propria voce.

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