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Amianto nelle strutture: In Piemonte registrati 5.084 casi di mesotelioma, il 15% delle scuole contiene amianto

Vincenzo Spinello

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Confintesa sicurezza privata, confederazione sindacale con sede a Torino che si rivolge ai lavoratori dipendenti di Istituti di vigilanza pubblici e privati e dei servizi fiduciari, e Osservatorio Nazionale Amianto rafforzeranno la collaborazione e sinergia di azioni per una maggiore tutela dei lavoratori del comparto che svolgono servizi dove ci sono sostanze inquinanti e nocive per la salute.
Il presidente dell’Ona, l’avvocato Ezio Bonanni, ha nominato l’attuale segretario nazionale di Confintesa Sicurezza Privata, Gianluca Mennuti, anche Responsabile nazionale del comparto sicurezza privata dell’associazione.

L’amianto e gli altri cancerogeni causano infiammazioni, patologie asbesto correlate, mesotelioma e altri tumori che quasi sempre hanno un esito infausto.
Il Piemonte è martoriato dalla fibra killer, non solo per l’epicentro di Casale Monferrato, ma anche per tutto l’hinterland della provincia di Torino, della zona industriale e della più alta incidenza dovuta all’ubiquitario utilizzo di amianto.

In particolare in Piemonte sono stati 5.084 i casi registrati di mesotelioma, il 15% delle scuole contengono ancora amianto e solo a Torino ci sono 66 edifici non bonificati, la regione è la più attiva in Italia nella segnalazione e nella rilevazione di siti contaminati, sia presso le Agenzie pubbliche, che presso l’app http://app.onanotiziarioamianto.it/.

Per questi motivi Gianluca Mennuti è stato chiamato a intensificare, anche nella città di Torino, l’azione dell’Osservatorio che, negli anni, è intervenuta perché venissero bonificati i residui di amianto nei siti della ex SIP e dell’Università di Torino. Nell’ateneo, infatti, era ancora presente il pericoloso asbesto e nel 2015 una parte del Palazzo Nuovo è stato chiuso dopo l’ispezione Asl che aveva trovato polvere da cantiere ovunque, ma soprattutto, pavimenti con fibre d’amianto danneggiati – scheggiati o rotti dai lavori – con i potenziali rischi che ne conseguono di rilascio delle fibre nell’aria.

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