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Cultura

Due gocce nella polvere, Alassane Conde porta in scena a Torino la sua storia di richiedente asilo

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Va in scena venerdì 2 dicembre alle 21 allo Spazio Kairos di via Mottalciata 7 “Due gocce nella polvere”, spettacolo teatrale autobiografico di Alassane Conde, ragazzo africano di 25 anni richiedente asilo politico e proveniente dalla Guinea Conakry con un grande talento nella danza, nel teatro fisico e nel teatro d’attore.

Una difficile prova attoriale per un giovane che affronta un testo in lingua italiana dopo soli tre anni di permanenza nel nostro Paese: a scriverlo è stato proprio Alassane insieme a Beppe Gromi, direttore artistico della compagnia Fabula Rasa e della stagione Camaleontika, nonché ideatore e curatore del progetto teatrale di accoglienza “Black Fabula”, una formazione di teatro-danza creata nell’aprile 2015 e diretta dallo stesso Gromi, inizialmente composta da dieci giovani richiedenti asilo provenienti da diversi paesi africani e sostenuta dalle associazioni Fabula Rasa Onlus, MOV Moderne Officine Valsusa Valsusa e dal Comune di Almese.

Lo spettacolo conta sul patrocinio di Amnesty International e ha vinto il Premio FITT 2020: la data di venerdì è inserita all’interno del progetto “Barriera corallina”, vincitore del Bando REACT della città di Torino.

In scena solo un attore ed un pallone, quello dei giochi d’infanzia, delle infinite partite tra ragazzini, dei sogni di una vita da campione. Un racconto di un’infanzia e un’adolescenza “come tante” in cui rieccheggiano nella lingua natìa le voci della madre saggia e rigorosa e delle care sorelle accanto ai suoni del francese e dell’arabo studiati a scuola. E poi accade qualcosa. Accade che in un giorno dei suoi vent’anni, Alassane cammina nella polvere, solo, sanguinante, confuso, senza più nulla a cui ritornare. Sa che deve andare via dal paese d’origine per sfuggire alla violenza. Il viaggio verso l’ignoto inizia grazie ad un camionista che lo raccoglie e porta al confine, lo consiglia e aiuta. Seguiranno altri confini evocati in un crescendo denso di immagini, suoni e silenzi (perché non tutto si può dire), l’approdo a Siracusa e l’arrivo in Piemonte. Una nuova lingua da imparare, una nuova casa, il teatro, tanto studio, passione. E poi prove, tante prove, per riconoscersi attraverso nuove parole, per comunicare e testimoniare la resilienza.
Tante sono le vite che si riflettono negli occhi di Alassane. Vite passate, di oggi e di domani, giacché la vita di noi esseri umani è da sempre storia di viaggi e migrazioni.
Questo spettacolo, in cui la verità dell’esperienza e il “gioco” del teatro mai fine a se stesso si rispecchiano ed armonizzano, lascia il dono prezioso dell’autenticità.

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