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Cronaca

Amnesty International denuncia un “uso massiccio, indiscriminato e non necessario” di lacrimogeni sui manifestanti NoTav

Oggetto della denuncia non sono i lacrimogeni in sè, ma il loro uso indiscriminato su parti di corteo innocue e il loro lancio ad altezza uomo

Sandro Marotta

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Susa – Amnesty International ha riscontrato un “uso massiccio, indiscriminato e non necessario di gas lacrimogeni, anche ad altezza umana” da parte delle forze dell’ordine durante i recenti scontri in val Susa. I protagonisti dei fatti sono, da un lato, gli agenti della Digos e, dall’altra, alcuni manifestanti NoTav; durante la manifestazione pacifica di protesta (organizzata la scorsa settimana nell’ambito di Alta Felicità) alcuni settori del corteo hanno lanciato dei petardi all’interno del cantiere, ricevendo in risposta getti di idrante e lacrimogeni. Proprio questi ultimi, secondo gli osservatori di Amnesty, avrebbero causato “effetti che si sono propagati in luoghi distanti dagli scontri”, danneggiando anche coloro che manifestavano in modo pacifico.

Oggetto della denuncia di Amnesty dunque non sarebbe l’uso di lacrimogeni tout court, ma il loro uso contro quella parte di corteo innocua.

Le complicazioni e il precipitare della protesta in scontro si dovrebbe anche a un’organizzazione fallace dell’ordine pubblico, che nei giorni immediatamente prima della marcia ha esteso la zona rossa attorno ai cantieri di San Didero e Chiomonte, ingobando il percorso del corteo: “l’estensione della zona rossa – afferma Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia – è sembrata frutto del pregiudizio che l’intera protesta potesse essere violenta ed è parsa un provvedimento non necessario e limitante nei confronti del diritto di protesta pacifica”.

Il Siulp (Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia) ha ribattuto sostenendo che Amnesty infanghi il proprio nome, attaccando gli agenti: “comprendere che la prospettiva giusta non è sempre quella di andare contro le forze dell’ordine aiuterebbe a salvaguardare la nobile credibilità di Amnesty International”, si legge in un comunicato.

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