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Cuneo

A Farigliano il premio “Isabella Doria” ad Amalia Ercoli Finzi, prima donna in Italia a laurearsi in ingegneria aerospaziale

Il premio “Isabella Doria”, dedicato a tutte le donne che si sono distinte nel panorama nazionale e internazionale, sarà consegnato per la sua seconda edizione ad Amalia Ercoli Finzi.

Caterina Malanetto

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FARIGLIANO – Il premio “Isabella Doria“, promosso dal comune cuneese, raggiunge la sua seconda edizione, dedicato a tutte le donne che si sono distinte nel panorama nazionale e internazionale con coraggio e dedizione.

Intitolato alla Marchesa Doria, moglie di Manfredo IV del Vasto, marchese di Saluzzo, il riconoscimento è stato istituito nel 2016 e consegnato per la prima volta lo scorso anno alla campionessa paralimpica di arrampicata Alessia Refolo.

Isabella Doria, signora del feudo di Farigliano nel XIV secolo, è ricordata non solo per la leggenda dei gat ross, simbolo del paese, ma anche per aver mediato conflitti interni organizzando sfide ai birilli tra le donne del paese, una tradizione che si perpetua ancora oggi.

Il premio dell’edizione 2024 sarà assegnato alla scienziata Amalia Ercoli Finzi, pioniera nel campo dell’ingegneria aeronautica in Italia. Docente del Politecnico di Milano fino al pensionamento, è stata consulente scientifica per importanti agenzie spaziali come NASA, ASI ed ESA. Nel 2007 ha ricevuto la medaglia d’oro dal Presidente della Repubblica per i benemeriti della scienza, della cultura e dell’arte.

L’Amministrazione Comunale, insieme al direttivo della biblioteca e all’associazione “Gioco delle Bije” di Farigliano, organizzatori dell’evento, si dichiara orgogliosa di premiare la professoressa Ercoli Finzi per il suo contributo fondamentale nel settore aerospaziale e per il suo impegno nella promozione della presenza femminile nelle discipline scientifiche.

La cerimonia si terrà sabato 9 marzo alle 15 presso la biblioteca civica “Nicola e Beppe Milano” in piazza San Giovanni 12bis.

Fonte immagine: Di Stefano Mattachini – Opera propria, CC BY-SA 4.0, commons.wikimedia.org.

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