Cittadini
Il racconto di un normale incredibile giorno a bordo dei mezzi pubblici Gtt a Torino
L’ironico racconto di un viaggio avventuroso dell’ex consigliere comunale Vittorio Bertola
TORINO – Sappiamo tutti che il servizio pubblico dei trasporti torinese, pur senza dubbio più efficace di quello di tante altre città italiane, ha dei problemi importanti. Se il parco mezzi sta venendo man mano rinnovato ancora non funzionano a dovere tempi, passaggi, informazioni, servizi informatici e tanto altro.
L’ex consigliere comunale Vittorio Bertola ha raccontato in un suo post social di ieri un viaggio avventuroso a bordo dei mezzi pubblici Gtt a Torino. E’ un racconto significativo e ironico che, se non mostrasse una situazione davvero difficile, sarebbe anche divertente. Lasciamo a lui la parola, mettetevi comodi.
Il racconto di Vittorio Bertola
Oggi pomeriggio sono andato fino allo stadio di Venaria a fare un esame medico che richiedeva anestesia, quindi non potendo guidare; ho deciso dunque di andarci in autobus. Certo, secondo Google Maps un viaggio di 12 minuti in auto avrebbe richiesto con GTT minimo tre quarti d’ora, ma io sono amante della sostenibilità, e dunque ho obbedito alle raccomandazioni e ho preso i mezzi pubblici. Mettetevi comodi: questo è uno spaccato dell’horror dei trasporti torinesi di oggi.
All’andata, esco per tempo; il piano è di prendere il 2 e poi il 72. Vado comunque fino in piazza Rivoli, perché la fermata del 2 sotto casa è stata abolita anni fa da una Lapietra qualunque, o forse dalla Lapietra vera, per “velocizzare il percorso” (poi ce ne sono due attaccate dai due lati di piazza Rivoli, ma vabbe’). Già che ci sono, scendo alle macchinette della metro a comprare il giornaliero scontato sulla BIP: quando due anni fa ho provato a comprarlo sul telefono dall’app ufficiale GTT, prima l’app si è presa i soldi da Satispay senza darmi niente, poi, pagando con carta, mi ha dato il biglietto; però, quando ho avvicinato il telefono al tornello della metro per aprirlo, l’app è crashata e il biglietto telematico si è rivelato inutilizzabile, e da allora non li compro più.
Dunque, la macchinetta funziona (ok), ho il mio giornaliero; allora voglio capire quando passa il 2, perché avrei l’alternativa di metro + 62. Apro dunque l’app GTT: mi chiede di attivare l’NFC per usare i biglietti. Io non ho biglietti da usare, voglio solo i passaggi in fermata; non importa. Se non attivo l’NFC, l’app mi sputa in faccia e si chiude da sola.
Così, attivo l’NFC, vado nell’infomobilità, e mi chiede il codice di quattro cifre della fermata (tutti li sappiamo a memoria), oppure il nome. Ora, trovandomi a cinquanta metri dalla fermata in questione, forse l’app potrebbe capire da sola che fermata voglio, ma no. Allora scrivo “Rivoli”, viene un elenco, scelgo la prima “Rivoli”, ma non è lei: è una fermata di emergenza usata solo per i bus sostitutivi della metro (logico metterla per prima, no?). Poi c’è “Rivoli sud”, ma non c’è “Rivoli nord”, che dovrebbe essere la mia. Scrivo per intero “Rivoli nord”: non compare niente. Alla fine, scrivendo “Rivoli” e scorrendo due schermate di roba che non c’entra niente, compare “Rivoli nord”. Ok, seleziono, e l’app GTT mi dice che non sa quando passano i bus GTT, ma posso vedere l’orario teorico. Ho capito: mi metto lì e aspetto.
Dopo un’attesa devo dire breve, arriva un 2: un pullman nuovissimo. Salgo dall’ultima porta in fondo, dove c’è scritto entrata; ma non c’è la timbratrice. Sta vicino all’uscita, in mezzo, separata da me da un grumo di ragazzini tutti con grossi zaini sulle spalle, che loro non si tolgono manco per sbaglio, né si spostano per far passare. Alla fine, a spintoni, riesco a timbrare e arrivo senza altri intoppi a Madonna di Campagna.
Scendo, vado ad aspettare il 72, anche quello arriva nuovo e dopo pochi minuti. Comincio a sentirmi malfidente ad aver subito pensato male. Stavolta però mi faccio furbo: salgo dalla porta centrale. Faccio per passare la BIP, e no: su questo bus, pur identico all’altro, la macchinetta era davanti alla porta posteriore, altrettanto irraggiungibile. Sbuffo e rinuncio a bippare, ma per il resto sembra a posto…
…fino al colpo di scena: alla svolta di corso Lombardia, l’autista imbocca corso Toscana invece di strada Altessano. Panico a bordo: abbiamo sbagliato bus? No, è l’autista che non sa dove andare e ha sbagliato strada. Arriva all’angolo di corso Cincinnato e fa scendere in mezzo alla strada la gente che protesta, poi fa per girare lì, ma come fai a fare quella curva con un bus di 18 metri? Così desiste e va fino in via Sansovino, gira lì, poi si ferma e grida: c’è qualcuno che vuol scendere qui? Nessuno scende, così va avanti, gira in strada Altessano, accosta subito lì col culo in mezzo a via Sansovino e fa scendere altra gente a caso, poi riparte e fa una ulteriore fermata cento metri dopo. Comunque, alla fine arrivo: tempo totale, 55 minuti.
Al ritorno, decido di cambiare strada: vado alla fermata del 62 in via Sansovino. Noto sulla palina un grosso QR code con scritto novità! Lo si può inquadrare per conoscere gli arrivi in tempo reale. Inquadro, apro l’URL, si apre una pagina che è identica a quella dell’app, e pure quella dice che il sito GTT non sa quando passano i bus GTT, ma posso leggere l’orario teorico. Nel frattempo arriva un 75, una signora sbuffa e fa: è quaranta minuti che aspetto il 62, non è possibile! Ok, capito: cambio di piano.
Attraverso di corsa via Sansovino e prendo al volo un 72: anche questo è nuovo. Certo, il display a bordo non ha idea di dove siamo e non annuncia le fermate, però in compenso manda pubblicità contro l’omofobia (ah, ok, allora tutto a posto).
Scendo in corso Potenza e vado alla fermata del 2: non provo nemmeno più a scoprire quando arriverà. Tuttavia, dal cellulare, scopro che nelle carte comunali il 2 è stato ribattezzato “Bus Rapid Transit”, per giustificare le telecamere sulle preferenziali a difesa dello spazio necessario per far passare due o tre autobus all’ora se va bene. Concordo: mi pare appropriato riciclare la terminologia delle città americane, in modo da farci capire qual è il modello culturale di riferimento, quello in cui i trasporti pubblici sono solo per immigrati e barboni. Infatti, aspetto cinque, dieci, quindici minuti: nessuna traccia del 2. Però arriva l’ennesimo tram 9, nuovissimo e vuoto. Sai che c’è? Secondo cambio di piano.
Salgo sul 9, pensando di andare in piazza Bernini a prendere la metro. Mi faccio un giro tortuoso ma ameno tra landmark torinesi, tipo lo spaccio di mutande Alpina e il paninaro Mister Mimmo Number One, e andrebbe tutto bene, se non fosse che il tipo seduto davanti a me puzza di verdura marcia e si sarà fatto l’ultima doccia l’anno scorso. Anche per questo motivo, quando all’incrocio con via Cibrario vedo apparire un 13, cambio il piano per la terza volta e scendo lì.
Il 13 è nostalgia: è il solito tram grigio anni ’80, con il linoleum a bugne per terra e gente appesa pure ai finestrini, tra cui un ragazzino che mi spintona per arrivare a sedersi prima di me. Finalmente mi sento tranquillo: è vecchio, è brutto, ma va avanti senza pretese, e fa pure la fermata sotto casa, che pure quella era stata abolita da una Lapietra qualunque, ma per fortuna poi l’hanno rimessa. Arrivo a casa dopo un’ora abbondante di giro turistico.
Alla fine sono qui, sul divano, ho perso ore dietro a GTT, e nulla mi toglie dalla testa questa morale di fondo: puoi anche spendere fantastiliardi (non tuoi, dei cittadini) per comprare bus e tram nuovissimi, ma è uno spreco inutile se non sei in grado di mantenerli e farli circolare decentemente. Il degrado progressivo ed evidente non è solo questione di impoverimento delle casse pubbliche, perché i soldi alla fine sono saltati fuori. Il degrado progressivo ed evidente è dovuto a una somma di piccole mancanze che tutte insieme diventano devastanti, e le piccole mancanze derivano dalle piccole incurie e dai piccoli menefreghismi; e dunque resto qui, con la sensazione che il vero problema sia che a tutti quelli che ci lavorano, dal ministro dei trasporti fino all’ultimo dipendente di GTT, di offrire un servizio non dico di eccellenza ma almeno decentemente affidabile non possa fregare di meno.
Aggiornamento 13 gennaio
E’ arrivata la replica di Davide Bianchi, segretario regionale UGL Autoferro Piemonte. Ve ne diamo conto in questo articolo.
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Livia
11 Gennaio 2025 at 9:40
Concordo totalmente sulla conclusione. Sicuramente i dirigenti GTT non usano i mezzi pubblici ma soprattutto non hanno un briciolo di buon senso
Nuccio Viglietti
11 Gennaio 2025 at 18:25
Tratto da Captagon Suite di N. Viglietti leggere Odissee Metropolitane… scritto circa decennio orsono ma… nulla di nuovo!Reperibile pure su https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/
Carlo Bosco
11 Gennaio 2025 at 11:34
IL SIGNORE HA PERFETTAMENTE RAGIONE, E SI IMMAGINI CHI TUTTI I GIORNI DEVE USARE LA GTT PER ANDARE A LAVORO…..E’ UNA VERGOGNA PENSANDO CHE OLTRTTUTTO IL BIGLIETTO NON E’ GRATIS….ANZI. SENZA PARLARE DEI 2€ PER FARE UNA SOLA CORSA IN METRO’….. E C’E’ SEMPRE QUALCOSA DI ROTTO…VERGOGNOSO E LADRI
Annamaria Muratore
11 Gennaio 2025 at 13:30
concordo…io pago regolarmente l’abbonamento annuo di 310€ il mese di agosto che non ho potuto usufruire del Metro ma sostituito con mezzi per me impossibilitata a servirsene non mi è stato rimborsato al rinnovo dell’anno successivo
Daniele
11 Gennaio 2025 at 23:01
cos’è una Lapietra?
Graziella Scarsi
12 Gennaio 2025 at 10:15
concordo pienamente ed avrei altre assurdità da aggiungere, tipo cambiamenti senza senso. Il buonsenso e la razionalità sono assenti, probabilmente perché assessori e responsabili vari abitano in centro o girano in bici con aura da ecologisti. Il peggio è iniziato con la giunta precedente e ora si prosegue con questa. GTT sarebbe da multare.
Patrizia
12 Gennaio 2025 at 23:44
Lapietra Maria: assessore alla viabilità al comune di Torino.
Nadia
12 Gennaio 2025 at 14:56
Questa odissea è quella che un lavoratore normale vive tutti i giorni a bordo dei mezzi GTT
Elena
11 Gennaio 2025 at 13:39
Buon giorno mi permetto di dissentire. Uso i mezzi pubblici di Torino regolarmente e mi trovo benissimo. Gli orari sono quasi sempre rispettati. Inoltre la app GTT a me funziona egregiamente sia inquadrando il QR code presente alle fermate sia aprendo la app e digitando il nome o il numero della fermata. Forse bisognerebbe essere un po’ più pratico di internet per usare questa app. In conclusione io sono più che soddisfatta dei mezzi pubblici torinesi.
Pasquale
11 Gennaio 2025 at 16:38
signora Elena, rispondo a lei.
Sinceramente il racconto appena letto mi fa sorridere, o forse ridere? raccontato poi da un signore che prende i bus molto poco evidentemente e che è convinto che in dodici minuti sarebbe arrivato in auto. Detto questo e tralasciando le “cornicette” di fantasia che fanno tanti accoliti del – GTT tutti ladri e scansafatiche – passando al pratico, e lo dico da parte in causa, non serve nessun ngc per leggere un passaggio, addirittura anche Maps lo dice. credo che il 72 sia circa sei metri in meno di quanto detto(per precisare). Quando facciamo una linea siamo almeno 4 bus e considerando che il giro più lungo è di circa 2 ore, faccio fatica a credere che la signora aspettava da 45 minuti. d’altra parte a me è capitato una lamentela medesima di una signora e avevo il collega davanti di 13 minuti e io ero in anticipo di 5!I passaggi di giorno non sono orari stabiliti ma frequenze di passaggio. Ovviamente non voglio convincere nessuno, ma sarebbe bello immaginare quanto costa un taxi per 100 minuti, immaginare che gli idioti che spesso lamentano carenze sono quello che SISTEMATICAMENTE parcheggiano sulle fermate perché hanno bisogno di un caffè o semplicemente non pensano minimamente a come lo hanno fatto. Sarebbe bello salire sul bus e contare quanti bip si sentono di persone che pagano. sarebbe bello che le firme le raccogliessero per fornirci di martelli per le auto in doppia e tripla fila. Sarebbe bello che qualcuno capisce che la fermata è a richiesta, che il cellulare non abbronza e si può tralasciare per qualche secondo. Perché stranamente quando devono scendere il tasto di prenotazione lo trovano… ma in fondo siamo tutti buoni e vogliamo la pace nel mondo no?
Giuseppina Crisa'
12 Gennaio 2025 at 7:43
posso solo dire che il servizio autobus e tram fa schifo. se non lo prendi nelle ore di punta adpetti ore non dolo minuti.
Margherita Varetto
11 Gennaio 2025 at 17:25
Mandiamo a casa l’assessora Foglietta io prendo il 4 ogni giorno, obbligatorio tram e la navetta per un unico percorso e ogni giorno dopo le 13 passano 3 o 4 tram e dopo lunga attesa arriva 1 navetta che non di può definire tale perché passa quando capita
Massimo
11 Gennaio 2025 at 17:54
lo stadio della JUVENTUS E J MEDICAL CARO ASSESSORE EX(🤦🏻) NON È VENARIA MA MALGRADO PER LEI È TORINO!!!!!!!!!!!!!!!….
Samuel
11 Gennaio 2025 at 13:47
senza calcolare gli scioperi continui, servizio da terzo mondo.
Simona
11 Gennaio 2025 at 15:59
posso solo dire che le app funzionano se le si sa usare….io viaggio sovente con i mezzi pubblici soprattutto con il 35 caro ex consigliere comunale venga a farsi un giro sul 35 oppure sul 4 o 18 ce ne riparleremo a voce
Sabi
11 Gennaio 2025 at 18:05
Il racconto invece per me non si discosta dalla mia realtà quotidiana. Penso alla mia ansia prima di uscire di casa perché non so mai se riuscirò a salire sul 55 o sul 58 (ardua scelta).Entrambi le linee vanno verso il centro e sono tra le 7.30 e le 8.30 zeppi di lavoratori, studenti ed universitari (con zaini sulle spalle che massacrano quelle degli altri passeggeri). Non mancano, passeggini e carrelli della spesa e pure passeggeri pelosetti, che se schiacciati possono spaventarsi. Insomma su queste due linee è insostenibile il trasporto, a tal punto che quando non riesco a salire o il bus non si ferma alla fermata vado a piedi, tanto sono solo 30 minuti!!! Il problema non è differente nel pomeriggio tra le 17.00/18.00. Il punto per me, visto che c’è molta utenza con necessità diverse di AUMENTARE le corse soprattutto in alcune fasce orarie (e non è tanto difficile da capire). Se il problema è quello che non avete conducenti (leggo le richieste GTT di ricerca di autisti)…beh non è un problema del cittadino risolverlo, a cui chiedete giustamente il pagamento del servizio. Il cittadino paga ed ha il diritto ad un servizio adeguato! Per favore fate qualcosa!
Salvo
11 Gennaio 2025 at 15:04
inviterei il signor ex consigliere ad evitare di fare di tutta l’erba un fascio… la simpaticissima conclusione per cui TUTTI quelli che lavorano in GTT sono menefreghisti fa rima come quando si dice che i politici sono tutti corrotti e pensano solo a loro stessi.
Ugo
11 Gennaio 2025 at 23:06
consigliere comunale ora hai capito perché sei EX??….un ragazzino di 10 anni con lo smartphone sarebbe arrivato a casa in mezz’ora…
Francesca
12 Gennaio 2025 at 8:44
Salve, concordo pienamente con il racconto del Sig. Vittorio Bertola, anzi c”è da aggiungere che è stato fortunato ad aspettare pochi minuti il 2 e il 72! Io sono costretta ad usare i mezzi GTT tutti i giorni, x andare a lavoro, e il giovedì devo x forza prendere il 2 e il 59 che fà capolinea a Druento, e sono odisse ogni volta, ad aspettare mezz’ora prima che arrivi un pulman, specie al freddo! a volte il 2 salta le corse, anche guardando l’orario del passaggio che non viene rispettato! E quando arriva, arriva strapieno con gente accalcate alle porte, che giustamente dopo aver aspettato tanto, non se la sente di aspettare ancora, un altro pulman che non si sà quando arriverà… Però i 38 euro dell’abbonamento, quelli li pretendo puntuali se non in anticipo!! È un servizio Vergognoso!!
Bob
12 Gennaio 2025 at 12:59
Io beneficio giornalmente dei servizi GTT per lavoro, nella fattispecie 2 bus e 1 tram per spostarmi da Madonna di Campagna a Superga; quando tutti gli astri si allineano, i mezzi arrivano in orario e coincidono tutti impiego 70 minuti, in un viaggio stimato in auto di 30. La pecca principale è l’ultimo tratto da Sassi alla Basilica, 1 autobus ogni ora e parecchi turisti che sfiduciati tornano indietro non godendo della spettacolare vista. Per non parlare dell’ultimo autobus della giornata alle 20 e i ristoratori soddisfatti o il primo autobus della domenica alle 10 e chi deve partire prima deve sborsare almeno quattro volte il prezzo del biglietto giornaliero.