SaluteTorino
Torino, paziente di 78 anni operato al cuore con tecnica laser d’avanguardia: riaperte due coronarie occluse da anni
Operato a Torino un 78enne con due coronarie occluse: tecnica laser avanzata e approccio innovativo salvano un caso considerato inoperabile.

TORINO – Due coronarie completamente occluse, un quadro clinico critico, tentativi falliti in altri ospedali. Eppure, a 78 anni e con sintomi gravi di angina, un paziente torinese è tornato a respirare senza dolore grazie a una delle operazioni più complesse e innovative mai eseguite in Italia nel campo della cardiologia interventistica. Il caso è stato trattato nei giorni scorsi presso il Maria Pia Hospital di Torino, durante la IV edizione del Turin CTO & CHIP, congresso internazionale dedicato alla malattia coronarica complessa.
L’intervento, condotto dal team guidato dal dottor Roberto Garbo, ha visto l’utilizzo di aterectomia laser a eccimeri (ELCA), una tecnologia disponibile in pochissimi centri italiani. Grazie a una sonda di soli 0,9 mm, è stato possibile vaporizzare i depositi calcifici che avevano chiuso due stent precedentemente impiantati nella coronaria circonflessa. Un intervento chirurgico minuzioso e ad altissimo rischio, che ha evitato l’impianto di nuovi stent grazie all’impiego di palloni medicati a rilascio di farmaco antiproliferativo, in linea con le più recenti linee guida internazionali.
Ma il caso clinico non si fermava lì. L’altra coronaria del paziente – la destra – risultava occlusa da anni e un precedente tentativo di riapertura era fallito. Con una tecnica retrograda estremamente avanzata, gli specialisti torinesi sono riusciti a raggiungerla passando dalla coronaria sinistra, superando calcificazioni ostinate con l’ausilio di materiali innovativi progettati per affrontare casi complessi. “Un paziente considerato inoperabile con tecniche convenzionali ha avuto una seconda possibilità”, ha commentato il dottor Garbo. “Questo è l’obiettivo della cardiologia interventistica moderna: curare l’impossibile”.
La patologia trattata – l’occlusione coronarica cronica – è una delle forme più complesse e pericolose della malattia coronarica, responsabile ogni anno di oltre 230.000 decessi in Italia. I pazienti affetti spesso non riescono nemmeno a compiere sforzi minimi senza provare dolore toracico o difficoltà respiratorie. L’approccio multidisciplinare e tecnologico adottato a Torino ha dimostrato che anche i casi più gravi possono oggi beneficiare di cure risolutive.
L’intervento è stato eseguito in diretta nell’ambito del congresso Turin CTO & CHIP, ma è stato tutt’altro che una semplice dimostrazione tecnica: rappresenta un punto di svolta clinico, sottolineano gli esperti. L’integrazione tra formazione avanzata, tecnologie all’avanguardia e esperienza operatoria ha permesso di affrontare una situazione che fino a pochi anni fa avrebbe avuto un solo esito: l’ineluttabilità della malattia.
“Il futuro della cardiologia interventistica passa da qui”, affermano gli organizzatori. “Ma questo paziente non è il futuro. È il presente. E oggi è vivo e sta meglio”.
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