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Università del Piemonte Orientale, presentato a Novara il Piano Strategico 2024–2030

L’Università del Piemonte Orientale presenta a Novara il Piano Strategico 2024–2030. Al centro: sostenibilità, internazionalizzazione, didattica e impatto sul territorio.

Luca Vercellin

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NOVARA – Si è svolta l’11 giugno a Novara la prima delle tre tappe ufficiali dedicate alla presentazione del nuovo Piano Strategico 2024–2030 dell’Università del Piemonte Orientale. L’evento, voluto dal rettore Menico Rizzi, sarà replicato ad Alessandria il 13 giugno e a Vercelli il 16 giugno. L’obiettivo è condividere la visione dell’Ateneo con il territorio, rafforzando la collaborazione con istituzioni, imprese e associazioni di categoria.

Il documento programmatico, approvato nel 2024 dagli organi accademici, definisce le direttrici di sviluppo dell’università per i prossimi sei anni. Sei i pilastri fondanti: didattica, ricerca, comunità, internazionalizzazione, persone e risorse, edilizia e sostenibilità. L’ambizione è trasformare l’UPO in un “Open Campus”, ovvero un’università aperta, inclusiva, sostenibile e profondamente integrata con il territorio.

«Non è un punto di arrivo ma l’inizio di un percorso condiviso – ha detto il rettore Rizzi –. Le grandi sfide richiedono l’impegno congiunto di università, istituzioni e imprese».

Tra gli obiettivi: aumentare le immatricolazioni, ridurre l’abbandono, rafforzare la dimensione internazionale, promuovere la sostenibilità ambientale e sociale, e creare nuovi spazi di confronto con la società, come i living lab.

Presenti all’incontro numerose figure istituzionali. Il sindaco di Novara, Alessandro Canelli, ha evidenziato la sintonia tra il piano dell’università e le politiche comunali, mentre il mondo imprenditoriale – rappresentato da Gianni Filippa e Carlo Robiglio – ha sottolineato l’importanza della formazione continua e dell’approccio “glocal”.

Anche la Camera di Commercio, con il presidente Fabio Ravanelli, ha ribadito l’urgenza di formare profili qualificati: «Il 50% delle imprese fatica a trovare personale adatto. L’università può colmare questo gap».

In chiusura, Domenico De Angelis, professore UPO e condirettore generale di Banco BPM, ha annunciato oltre 1.000 nuove assunzioni previste dalla banca entro il 2027, rafforzando così il legame tra università e impresa.

Con questo Piano, l’UPO mira a posizionarsi come punto di riferimento nazionale e internazionale per innovazione, formazione e responsabilità sociale.

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