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Le vecchie divise della Polizia Locale diventano moda sostenibile: a Torino parte la rivoluzione dell’upcycling

Con RiVestiTO, sartorie e artigiani trasformano i tessili dismessi in nuovi capi

Alessia Serlenga

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TORINO – A Torino prende forma un’innovativa sperimentazione ambientale e sociale: le uniformi dismesse della Polizia Locale stanno rinascendo grazie alla creatività di artigiani e artigiane locali, coinvolti nel progetto RiVestiTO, promosso da Atelier Riforma, Mercato Circolare e Huulke con il supporto del Comune di Torino e il finanziamento europeo del programma Climaborough.

La novità? È stato attivato un ‘corridoio sperimentale’ che consente, in deroga alla normativa sui rifiuti, di trattare i tessili dismessi non come scarti, ma come beni riutilizzabili. Così, oltre 800 capi sono stati recuperati e distribuiti a 12 upcycler del territorio, che li stanno trasformando in nuovi prodotti grazie a tecniche di upcycling. Gli elementi identificativi delle divise sono stati rimossi, rendendo i materiali pronti per una nuova vita.

Ma l’iniziativa non si ferma qui. Fino a settembre 2025, anche i cittadini e le aziende potranno donare i propri tessili inutilizzati a una rete di artigiani locali, pronti a rigenerarli creativamente. L’elenco degli artigiani aderenti è disponibile online sul sito di Mercato Circolare, insieme alle indicazioni sui materiali richiesti.

In un sistema normativo che considera “rifiuto” tutto ciò di cui ci si disfa, RiVestiTO prova a cambiare paradigma, tracciando una via che potrebbe diventare modello nazionale. La legge, infatti, oggi non consente a privati o imprese di donare tessili dismessi per essere trasformati. Questa interpretazione limita pesantemente l’upcycling, bloccando un enorme potenziale circolare.

Grazie a un Protocollo sperimentale, Torino sfida questo limite normativo, puntando sulla valorizzazione locale dei materiali. I promotori del progetto stanno mappando e documentando ogni fase: quantità raccolte, materiali trasformati, emissioni risparmiate. L’obiettivo è dimostrare con i dati l’impatto positivo della sperimentazione e spingere per un cambiamento normativo strutturale.

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