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Novant’anni dal “Disastro di Molare”: ieri la commemorazione a Ovada

In occasione del novantesimo anniversario è in esposizione in questi giorni una mostra per tenere viva la memoria dell’evento

Marco Lovisolo

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OVADA – Si sono tenute ieri le commemorazioni per le 111 vittime del disastro della diga di Molare (AL) del 13 agosto 1935. Novant’anni dopo, il ricordo della vicenda è ancora vivo. La comunità si è ritrovata la mattina scorsa nel cimitero di Ovada. «È doveroso mantenere viva la memoria di un evento che ha segnato tragicamente la storia della città ma anche affrontare un tema che resta di grande attualità e che intendiamo sviluppare ancora» ha affermato all’ANSA il sindaco di Ovada, Gian Franco Comaschi.

Presente un testimone oculare, Luigi Gollo, all’epoca bambino di tre anni, salvato dal padre insieme alla madre e alla sorella, mentre il genitore perse la vita con i nonni.

Il programma del 90° anniversario ha visto la camminata da Molare al Borgo di Ovada, la zona più colpita. Successivamente, in piazza Nervi, nel Borgo, è stato scoperto un pannello celebrativo. Fino al 17 agosto, nella saletta di piazza Cereseto a Ovada, è visitabile la mostra fotografica “Per non dimenticare”.

L’inondazione e il processo

Il crollo della diga fu causato da un’inondazione dovuta a un gigantesco temporale che fece innalzare il livello del lago di Ortiglieto. Il crollo causò la fuoriuscita di 25 milioni di metri cubi d’acqua che raggiunsero Molare e Ovada. Oltre a causare le 111 vittime, l’acqua devastò strade, ponti e la ferrovia. La tragedia del “Disastro di Molare” innescò una vicenda giudiziaria che vide il suo epilogo il 4 luglio 1938 con l’assoluzione di tutti i dodici imputati, tra ingegneri e tecnici dell’OEG, l’Officine Elettriche Genovesi, che aveva avuto l’appalto della diga.

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