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Le celebrazioni per i 60 anni di FAAC arrivano a Torino al Museo Nazionale dell’Automobile

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FAAC sta celebrando il suo 60° anniversario di fondazione, avvenuta nel 1965, con una serie di eventi in Italia che sono arrivati a Torino al Museo Nazionale dell’Automobile con l’obiettivo di celebrare la sua storia, l’innovazione e il futuro del settore dell’automazione.

FAAC Fabbrica Automatismi Apertura Cancelli nasce nel 1965 in una piccola officina di Zola Predosa, alle porte di Bologna, dove un imprenditore visionario Giuseppe Manini ebbe un’intuizione destinata a cambiare il modo in cui le persone vivevano la quotidianità. In quegli anni aprire e chiudere un cancello era ancora un gesto manuale, spesso faticoso, soprattutto nelle grandi proprietà. Manini immaginò un sistema capace di compiere questa azione al posto dell’uomo, con affidabilità e senza sforzo.

La sua prima grande innovazione fu l’automazione idraulica per cancelli. Questo brevetto aprì la strada a un nuovo settore industriale. Negli anni Settanta e Ottanta l’azienda cominciò a crescere rapidamente. I cancelli automatici non erano più un lusso, ma una comodità sempre più richiesta. Con gli anni Novanta, la piccola officina bolognese si era ormai trasformata in una multinazionale, presente in decine di Paesi e con una rete di distributori capillare che si occupava non solo di cancelli: ma anche di sistemi di controllo accessi, parcheggi automatizzati, le porte scorrevoli per edifici pubblici e commerciali.

Alla morte a soli 50 anni di Michelangelo Manini , figlio del fondatore, l’azienda passò per disposizioni testamentarieall’Arcidiocesi di Bologna, destinando i frutti del lavoro di una vita al sostegno di iniziative religiose, sociali e caritative. L’Arcidiocesi ha scelto di gestire FAAC come un gruppo industriale moderno, lasciando piena autonomia manageriale e industriale ai vertici aziendali. I profitti generati dall’attività di FAAC – che oggi fattura oltre un miliardo di euro l’anno – vengono in buona parte reinvestiti nello sviluppo aziendale, ma una quota importante viene destinata a opere sociali, caritative e pastorali sul territorio bolognese e non solo: dal sostegno a famiglie in difficoltà, al restauro di chiese, a iniziative educative.

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