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Bonus Vesta: dieci milioni bruciati in 25 minuti, famiglie in coda beffate da un click day
Bonus Vesta, fondi finiti in 25 minuti, famiglie beffate e polemiche infuocate. Una notte da “lotteria della natalità”.

TORINO – Doveva essere un sostegno concreto alle famiglie piemontesi, si è trasformato in una riffa digitale. Il debutto del bonus Vesta, il voucher regionale per i bambini da 0 a 6 anni, è durato meno di una puntata su Netflix: scattato a mezzanotte, alle 00.25 i dieci milioni di euro stanziati erano già spariti. Solo 10mila famiglie hanno ottenuto il buono, mentre altre 20mila si sono viste chiudere in faccia il portale regionale, più volte in crash.
Un click day lampo che ha lasciato l’amaro in bocca e la sensazione di una presa in giro: politiche sociali ridotte a gara di velocità con la connessione internet.
Le celebrazioni di Marrone e la rabbia dei genitori
Dal grattacielo della Regione, l’assessore Maurizio Marrone ha parlato di “successo oltre ogni immaginazione”, vantando numeri e percentuali come trofei. Ma fuori dal palazzo la realtà era ben diversa: famiglie esasperate, escluse dopo ore di attesa, che parlano di “Squid Game dei poveri” e “lotteria della natalità”.
Una madre, pur riuscendo a ottenere il voucher, ha ammesso: “Solo chi aveva connessione veloce e resistenza a stare sveglio aveva una possibilità. Non chi aveva più bisogno”.
Opposizioni all’attacco: “Una vergogna”
Le minoranze non hanno perso tempo. La capogruppo M5s in Regione, Sarah Disabato, ha denunciato in diretta l’impossibilità di completare la domanda: “Una presa in giro”. Dal Pd la consigliera Ludovica Cioria ha liquidato l’operazione come “mancette”, mentre Avs ha parlato di “ignobile lotteria utile solo alla propaganda dell’assessore Marrone”.
Le critiche sono feroci: politiche sociali trasformate in click day, soldi distribuiti a chi ha avuto più fortuna, mentre decine di migliaia di famiglie restano senza alcun aiuto.
Il sapore amaro del click day
Il bonus Vesta nasceva per incentivare la natalità in una regione che ogni anno perde circa 900 nascite. Ma la prima edizione rischia di passare alla storia come il click day della vergogna: fondi volatilizzati in mezz’ora, assessore che canta vittoria, governatore Cirio che tace e genitori che si sentono presi in giro.
Un sistema che, invece di aiutare chi davvero ne ha bisogno, premia i più rapidi col mouse e lascia esclusi i più fragili.
Il paradosso
Il piano complessivo vale 34 milioni di euro in tre anni, soldi presi dal Fondo sociale europeo. Il voucher varia dai 1.200 agli 800 euro a seconda dell’Isee e copre nidi, scuole, centri estivi, babysitter e corsi. Ma il meccanismo di accesso, basato tutto su velocità e fortuna, trasforma il sostegno in una lotteria notturna, dove vince solo chi riesce a cliccare per primo.
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Simone
20 Settembre 2025 at 14:58
I click day sono una porcata e un alibi per chi non è in grado vi valutare seriamente le richieste, una per una.
Vittorio
20 Settembre 2025 at 22:53
Surreale. Ma Marrone si rende conto che decine di migliaia di famiglie (c’erano 50 mila famiglia in fila quella notte… e han dato meno di 10 mila bonus) sono andate a dormire con un senso di beffa, frustrazione e rabbia? Nei gruppi WA della scuola c’è chi vorrebbe sapere dove abita per andare a sputargli in faccia.