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CronacaTorino

Il medico torinese Francesco Prinetti e gli altri due attivisti italiani detenuti in Israele sono rientrati in Italia

Sono provati, ma finalmente a casa i tre attivisti italiani

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TORINO – Sono provati, ma sono tornati a casa i tre attivisti italiani imbarcati sulla nave Conscience, la nave ammiraglia della Freedom Flotilla Coalition, e trattenuti dalle forze israeliane che avevano fermato la nuova spedizione umanitaria.

Claudio Giuseppe Torrero, Riccardo Corradini e il medico torinese Francesco Prinetti sono atterrati nella serata di ieri all’aeroporto di Caselle, accolti da amici e parenti che con apprensione aspettavano questo momento. Accolti anche da molti sostenitori.

Per loro mazzi di fiori, palloncini e striscioni. Ma i loro volti, che tradiscono certo l’emozione di essere di nuovo a casa, sono segnati anche da ciò che hanno vissuto lì.

Le loro primissime testimonianze parlano chiaro:

buttati sul cemento in ginocchio, ammanettati e bendati tanto stretti da fare male, portati in una specie di campo di concentramento e messi per terra dentro una gabbia.

Ci deridevano, ci insultavano, gridavano che l’Italia fa schifo e Israele è grande.

La notte venivano quelle cinque o sei volte in assetto antisommossa accendendo le luci, armati fino ai denti. L’umanità non sembra fare parte delle carceri di massima sicurezza israeliane.

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1 Commento

1 Commento

  1. Ardmando

    11 Ottobre 2025 at 8:21

    Peccato. Speravo restassero in galera in Israele, nel deserto, per almeno 10 anni. Sarà per la prossima volta.

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