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CronacaTorino

Scontri durante i cortei a Torino: due misure cautelari ad Askatasuna, il centro sociale occupato ma che non dovrebbe esserlo

Askatasuna ancora occupato, ma il progetto “Bene Comune” prevedeva altro

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TORINO – È scattata all’alba di ieri l’operazione condotta dalla Digos di Torino su delega della Procura della Repubblica, che ha portato all’esecuzione di dieci misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati. I reati contestati sono resistenza aggravata a pubblico ufficiale, violenza privata aggravata e danneggiamento.

Due di queste misure cautelari sono state notificate nel centro sociale Askatasuna di Torino a due tra le persone coinvolte negli scontri durante le manifestazioni pro Palestina.

Il punto però è che il centro sociale in questione, formalmente vuoto dal febbraio 2024, di fatto viene ancora utilizzato. Lo dimostrebbero le suddette misure cautelari o, più semplicemente, il fatto che alcune persone e luci accese siano state viste al suo interno.

Solo qualche mese fa il Tribunale amministrativo regionale del Piemonte aveva stabilito la legittimità degli accordi tra cittadini e Comune per l’amministrazione condivisa dell’edificio di corso Regina 47.

Al momento della firma degli accordi, secondo il Tar la sede dell’Aska era libera e non più occupata. Il sindaco Lo Russo si era detto soddisfatto della sentenza. Maurizio Marrone (FDI), invece, sosteneva che ci fossero ancora occupanti all’interno della palazzina.

E a oggi le cose forse sembrano diverse rispetto a quanto previsto proprio dal progetto “Bene Comune” di cogestione e trasformazione di Askatasuna in bene comune: la non violenza di chi lo utilizzerà e lo svuotamento durante i lavori di messa in sicurezza figuravano tra i pilastri della delibera approvata dalla giunta Lo Russo e sostenuta dai garanti. Un assist perfetto per il centrodestra che chiede a gran voce lo sgombero immediato.

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