Seguici su

CronacaTorino

La Digos indaga sugli assalti No Tav ai cantieri di San Didero e Chiomonte, in Val di Susa

«Quanto avvenuto in Valle di Susa è l’ennesima dimostrazione di come una protesta possa trasformarsi in una vera e propria azione di guerriglia»

Marco Lovisolo

Pubblicato

il

TORINO – Come prevedibile, gli scontri tra alcuni militanti del movimento No Tav e la Polizia avvenuti negli scorsi giorni avranno delle conseguenze penali. La Digos della Questura di Torino è infatti al lavoro per identificare gli appartenenti dell’ala oltranzista del movimento No Tav che, nella notte tra sabato e domenica e tra domenica e lunedì, hanno attaccato i cantieri di San Didero e Chiomonte, in Val di Susa. Gli investigatori stanno visionando le immagini dei due assalti per dare un volto e un nome agli attivisti responsabili. A San Didero avrebbero partecipato una cinquantina di incappucciati, con disordini durati circa mezz’ora. Per motivi di sicurezza era stata chiusa anche l’autostrada vicina, la Torino-Bardonecchia. A Chiomonte invece il gruppo sarebbe stato più numeroso, un centinaio, con tensioni proseguite per alcune ore e lancio di bombe carta, materiale esplodente, sassi e bulloni scagliati con fionde. Durante gli incidenti davanti al cantiere di Chiomonte un funzionario della Digos di Torino è rimasto ferito.

«Quanto avvenuto in Valle di Susa nelle ultime notti è l’ennesima dimostrazione di come una protesta possa trasformarsi in una vera e propria azione di guerriglia» ha dichiarato Fabio Conestà, segretario generale del Movimento Sindacale Autonomo di Polizia (Mosap) – «È inaccettabile che le Forze dell’Ordine vengano bersagliate con pietre, bulloni e petardi mentre svolgono il loro lavoro. La mia solidarietà va al funzionario della Digos ferito e a tutti i colleghi impiegati nei servizi di ordine pubblico. Ogni giorno garantiscono la sicurezza del Paese affrontando rischi che troppo spesso vengono ignorati. Chi partecipa a simili azioni violente deve risponderne con pene certe. Non possiamo più tollerare che l’ordine pubblico venga messo in pericolo da chi si nasconde dietro una protesta per colpire lo Stato. Il dissenso è un diritto, ma non può trasformarsi in violenza. Serve responsabilità da parte di tutti per isolare chi sceglie lo scontro invece del dialogo» ha concluso.

 

Google News Rimani aggiornato seguendoci su Google News!
SEGUICI

Iscriviti al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese

E tu cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *