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Il calore dei racconti del Natale in Langa
L’intervista con Luca Borioni
TORINO – Il tradizionale appuntamento con le raccolte di Natale di Neos Edizioni quest’anno si arricchisce di una nuova finestra che si affaccia sulle dolci coline delle Langhe. Natale in Langa raccoglie quattordici racconti che ci riportano a tempi passati.
La linea che hanno scelto gli autori è infatti quasi completamente dedicata al calore dei tempi passati. Cascine e tempi lontani, in cui ritroviamo un Natale povero ma decisamente sentito, caldo, dolce, al profumo di mandarini e dolci fatti in casa.
Storie personali e feste di paese. Sembra di sentire i camini che scoppiettano mentre fuori dalle finestre la neve cade copiosa a coprire di un manto bianco le morbide colline langarole.
I racconti sono di Silvano Bertaina, Vincenzo Carrozza, Paola Gula, Andreina Marenco, Marina Marazza, Riccardo Marchina, Bruno Murialdo, Francesco Oriolo, Marisa Porello, Mauro Rivetti, Fulvio Rombo, Silvio Saffirio. Il volume è a cura di Luca Borioni, che abbiamo intervistato.
Intervista con Luca Borioni
Una nuova finestra si apre sul Natale piemontese. Come è nata questa raccolta?
L’Editrice Neos aveva già avviato con successo il filone delle antologie legate ai racconti natalizi: da Torino a Milano, da Venezia a Parigi. Hanno avuto sempre un buon successo, perché raccontano i diversi territori sviluppando un tema che in un modo o nell’altro sta a cuore a tutti. L’idea di applicare lo stesso format anche a una realtà più piccola ma non meno vitale come le Langhe è nata di conseguenza, partendo proprio dalla vivacità (culturale oltre che turistica e imprenditoriale) che contraddistingue questa zona del Piemonte. Io ho scritto negli anni alcuni racconti partecipando ad altre antologie di Neos (ne ho anche curata un’altra in ambito sportivo dal titolo “Campioni oltre”) e sono stato coinvolto perché da anni ormai collaboro con la rivista Idea e ho imparato a conoscere ed apprezzare Alba e la realtà che rappresenta.
Come avete selezionato gli autori e che indicazioni gli avete dato?
Ho cercato autori in grado di sviluppare lo stesso racconto, ma da punti di vista diversi. Ognuno ha un suo percorso, una formazione culturale e un diverso rapporto con il territorio e con il Natale. Ho lasciato massima libertà d’espressione attorno al tema prestabilito. Credo che il risultato finale sia molto buono, nonostante non ci sia stato troppo tempo per realizzare l’antologia: i mesi sono passati in fretta. Ma questa raccolta promette di essere un punto di partenza, perché c’è davvero ancora tanto da raccontare.
Che tipo di racconti troviamo nella raccolta?
Ci sono emozioni nascoste che emergono parola dopo parola, pagina dopo pagina, dove spicca la dimensione famigliare. Il Natale è (o dovrebbe essere) un’esperienza da condividere con le persone che ci vogliono bene e in queste pagine si respira il valore delle relazioni. Ma non solo, ci sono anche angolazioni meno consuete. La tradizione fa capolino in diversi punti, dal mito di Gelindo agli immancabili presepi, ci sono amori legati al Natale e amicizie senza tempo che riemergono nel tempo. Ci sono anche personaggi inconsueti che rompono e dissacrano la rigidità del rito.
Quasi tutti fanno riferimento alla tradizione del Natale, collocandola in un tempo passato…
Sì, questo è sicuramente un dettaglio ricorrente. È come se la magia del Natale, per tutti noi, sia da ricondurre automaticamente a una dimensione lontana, ai giorni dell’infanzia. Nel caso di “Natale in Langa” è ancora più vero perché il riferimento agli anni in cui questo territorio era più povero e meno ambizioso di oggi, è molto forte. Qui si sente il legame con le origini, seppur nel segno della modernità.
E’ un po’ un viaggio in un tempo passato, più povero ma con sentimenti più vividi?
Esattamente, sappiamo tutti cosa rappresenti ancora oggi il concetto legato alla “Malora” fenogliana. Sullo sfondo di molti racconti dell’antologia c’è infatti quella realtà, dominata da una vita quotidiana faticosa e umile che inevitabilmente ha formato quelle stesse donne e gli uomini che oggi sono i protagonisti della rinascita. Negli anni molte cose sono cambiate, così come è cambiato molto il Natale. Ma c’è un ideale ponte che collega questi due mondi, e la letteratura è un formidabile elemento di sostegno.
Se dovessi scegliere un paio di aggettivi per raccontare questa raccolta quali sarebbero?
Autentica e spontanea. Non c’è nulla di artificioso, ci sono tutti sentimenti veri. Il Natale è una magnifica fonte di ispirazione per evidenziare la vera natura di tutto un territorio.
Qual è il tuo rapporto con il Natale?
Sono cresciuto in una realtà successiva a quella richiamata in molti dei racconti che fanno parte dell’antologia. Sono stato bambino nell’Italia della crescita economica e, come tutti quelli della mia età, ho puntualmente aspettato l’avvicinarsi del Natale bramando il regalo desiderato e fantasticando nuove avventure, sempre protetto da una dimensione famigliare inattaccabile. Poi sarebbero arrivati i dubbi e il disincanto, ma il Natale è rimasto comunque un momento caratterizzato da un grande intimismo. Ancora oggi per me è il momento dei bilanci personali e soprattutto di nuovi magnifici progetti per il futuro che, magari, poi rimangono nelle intenzioni ma di cui non posso fare a meno.
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