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CronacaTorino

Otto anni dopo gli eventi di piazza San Carlo a Torino è in via di definizione l’azione civile dei familiari del piccolo Kelvin

Aveva 7 anni quel 3 giugno 2027, fu travolto dalla folla in fuga e riportò ferite gravi

Marco Lovisolo

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copyright: Dubtastic

TORINO – Kelvin è stato uno degli oltre 1 500 feriti che la tragedia di piazza San Carlo del 3 giugno 2017 a Torino si lasciò dietro. Insieme a due morti. Kelvin, che allora era un bambino di 7 anni, si era ritrovato in mezzo alla folla che fuggiva in preda al panico: la fuga incontrollata fu innescata, come accertato successivamente, dall’azione di una banda di rapinatori che spruzzò spray urticante per compiere furti. In mezzo alla calca, il bambino venne schiacciato e travolto. Fu salvato da due persone che gli fecero da scudo, quindi preso in consegna da un poliziotto, ma rimase ferito in modo grave e restò per qualche giorno in coma prima di essere dimesso.

A distanza di più di otto anni è in via di definizione l’azione civile che i suoi familiari hanno promosso per ottenere un indennizzo. A curare gli interessi dei parenti di Kelvin sono gli avvocati dello studio legale torinese Ambrosio e Commodo, che hanno già seguito diverse cause analoghe. In questo caso, secondo quanto si è appreso, la citazione è stata inoltrata al Comune di Torino, alla Prefettura (in quanto emanazione del ministero dell’Interno), all’agenzia Turismo Torino (che organizzò la serata in piazza San Carlo) e all’architetto che si occupò della progettazione.

Oltre a stabilire la dinamica dell’accaduto, e quindi a scoprire l’azione dei rapinatori, uno dei processi svolti negli anni successivi alla tragedia riguardò anche le lacune nell’organizzazione e nella gestione dell’evento: l’architetto patteggiò la pena e fra i condannati figurò anche l’allora sindaca Chiara Appendino (condannata in appello bis).

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