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CronacaNovara

Temeva per la vita della moglie, in aula a Novara la deposizione di Edoardo Borghini: uccise il figlio a colpi di fucile

Borghini in aula ha ripercorso quanto accaduto quella sera

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NOVARA – È partito circa due mesi fa a Novara il processo a carico di Edoardo Borghini, il 64enne che il 19 gennaio scorso ha ucciso il figlio Nicolò, di 34, sparandogli con un fucile da caccia nella loro villetta a Ornavasso, nel VCO.

Oggi in aula davanti alla corte d’Assise il 64enne in due ore di deposizione ha ripercorso quanto accaduto quel giorno.

Il delitto

La tragedia si è consumata intorno alle 22 ed è avvenuta al culmine di una lite tra padre e figlio, il 64enne non avrebbe retto allo stato alterato del figlio che era stato particolarmente aggressivo nei confronti della madre. Un atteggiamento violento scatenato da un futile motivo: il portone del garage trovato chiuso, motivo per cui Nicolò, ubriaco, ha subito cominciato a inveire contro i propri genitori, definendoli “bastardi”.

Poi, come racconta l’imputato, è arrivata l’aggressione, scattata dopo gli insulti e dopo essersi tagliato una mano dando un pugno al vetro di un quadro. “Sei una bastarda, mi dici che mi compri casa e invece mi prendi in giro” avrebbe detto il figlio alla madre, secondo quanto riportato dal padre, prima di prenderla per il collo e di sbatterle prima la nuca, poi il volto contro un muro, fino a morderle un braccio.

“Mia moglie gridava ‘Edoardo, aiuto, questa volta ci ammazza’ – ha detto in aula l’imputato, con le lacrime agli occhi come riporta anche Ansa -.Volevo solo difendere mia moglie: Nicolò si era accanito contro di lei”.

Borghini ha quindi raccontato il tentativo di rifugiarsi in cantina: una fuga una prima volta impedita dal figlio che, bloccando la madre e tenendola per i vestiti, gridava: “Sono più forte di voi, contro di me non ce la farete mai”. Una seconda volta, invece, andata a buon fine, approfittando di un momento in cui il ragazzo aveva mollato la presa.

Dalla cantina si sentivano le urla del figlio e la porta sbattere. Nell’appartamento era però rimasta la cognata: temendo per l’incolumità della donna, che soffre di una disabilità e che era rinchiusa nella sua camera, l’uomo ha quindi spiegato di essere risalito con la moglie in casa. Poi gli spari.

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