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Ipsos al Festival Internazionale dell’Economia di Torino: “Giovani tra sogni sospesi e fiducia nel futuro”

Secondo una ricerca Ipsos presentata al Festival dell’Economia di Torino, i giovani italiani si dichiarano felici e ottimisti, ma molti sentono di non vivere la vita che avevano immaginato

Alessia Serlenga

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TORINO – Nonostante le difficoltà e le incertezze del presente, i giovani italiani si dichiarano in larga parte felici e guardano al futuro con ottimismo. È quanto emerge da una recente indagine condotta da Ipsos e presentata da Nando Pagnoncelli al Festival Internazionale dell’Economia di Torino. La ricerca, svolta su un campione nazionale rappresentativo tra il 30 aprile e il 5 maggio, analizza le percezioni, le aspettative e le pressioni vissute dalle nuove generazioni, in particolare dalla Generazione Z (18-25 anni) e dai giovani adulti fino a 35 anni.

Secondo i dati, il 74% dei ragazzi tra i 18 e i 25 anni si considera felice, una percentuale che scende al 67% tra i 26 e i 35 anni, spesso più impegnati nella ricerca di un lavoro stabile. Tuttavia, molti di loro avvertono un divario tra la vita che stanno vivendo e quella che avevano sognato. Sentono inoltre che i loro coetanei sono meno felici e ritengono che i propri genitori, alla loro età, vivessero una condizione migliore.

Nonostante tutto, prevale la fiducia: oltre la metà degli intervistati è convinta che a 50 anni sarà una persona realizzata. Le emozioni positive più frequenti sono speranza, amore e curiosità, mentre tra quelle negative emergono soprattutto stress, ansia e tristezza. Il fallimento, pur avvertito meno spesso, è vissuto con particolare intensità.

In ambito lavorativo, i giovani mostrano una forte preferenza per la stabilità: sicurezza e continuità sono considerate più importanti del lavoro “dei sogni” ma precario. Seguono il guadagno, i benefit e la possibilità di conciliare vita personale e professionale. Emergono anche aspettative sul datore di lavoro, visto non solo come figura retributiva, ma anche come parte di un progetto in cui sentirsi valorizzati.

La ricerca sottolinea inoltre un dato strutturale: il 67% dei giovani tra i 18 e i 35 anni vive ancora nella famiglia d’origine, uno dei tassi più alti d’Europa. Un segnale che evidenzia le difficoltà legate all’indipendenza economica e abitativa.

 

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