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All’Orto Botanico di Torino il suono incontra la sostenibilità: due installazioni tra arte, neuroscienze e ambiente
Due opere immersive esplorano suono, percezione e natura. Dal 3 giugno all’Orto Botanico con CinemAmbiente e UniVerso UniTo.

TORINO – Il 3 giugno alle ore 18, l’Orto Botanico dell’Università di Torino si trasforma in uno spazio sensoriale immersivo grazie all’inaugurazione di due installazioni originali firmate da Vincenzo Guarnieri: “Food Jam Session” e “Traspirazioni sonore”. L’evento, che rientra nel progetto UniVerso dell’Ateneo torinese, nasce dalla collaborazione con il Festival CinemAmbiente 2025.
Le due opere, collocate rispettivamente nella serra di duplicazione e sotto il vecchio albicocco dell’Orto, invitano il pubblico a riflettere – attraverso l’esperienza diretta – sui legami nascosti tra suono, percezione e ambiente.
Il suono del cibo: una sinfonia per i sensi
“Food Jam Session. Il suono nella percezione del cibo” è una performance sonora interattiva che propone ai visitatori di improvvisare con alimenti e frequenze sonore, generando una vera e propria “jam session” multisensoriale. Attraverso semplici gesti, ognuno può comporre il proprio personale “minestrone sonoro”, in un mix che evoca sapori e consistenze: dolce o amaro, caldo o freddo, leggero o pesante.
“Non mangiamo solo con la bocca, ma anche con le orecchie”, sottolinea Vincenzo Guarnieri. “Le neuroscienze dimostrano che i suoni influenzano la percezione del cibo: un rumore può farci sentire un sapore più salato o più dolce, modificando la nostra esperienza senza alterare la composizione degli alimenti”.
Il tema è al centro anche della mostra Food Sound – Il suono nascosto del cibo, curata dallo stesso Guarnieri e visitabile al MUSE – Museo delle Scienze di Trento fino all’11 gennaio 2026.
Freschezza a orecchio: quando il suono abbassa la temperatura
L’installazione “Traspirazioni sonore. Il potere raffrescante dei suoni e degli alberi” si concentra invece su una dimensione meno intuitiva: la relazione tra suono e percezione termica. Posizionata sotto un maestoso albicocco, l’opera propone suoni studiati per evocare una sensazione di fresco, frutto di una ricerca neuroscientifica supportata da intelligenza artificiale.
“L’acqua che evapora dalle foglie assorbe calore e rinfresca l’ambiente, ma non ce ne accorgiamo. È un processo invisibile, come quello indotto da certi suoni capaci di ingannare il cervello”, spiega Guarnieri. “Gli alberi sono condizionatori naturali, e la traspirazione è un servizio ecosistemico prezioso quanto trascurato”.
Un’esperienza percettiva che invita a “sentire” la natura in modo nuovo, stimolando la consapevolezza del ruolo essenziale delle piante nel regolare il microclima urbano.
Un ponte tra scienza e cittadinanza
Le installazioni rappresentano un esempio virtuoso del dialogo tra arte, scienza e società, come evidenzia Giulia Carluccio, Prorettrice dell’Università di Torino:
“Attraverso il progetto UniVerso e la collaborazione con CinemAmbiente, vogliamo rafforzare il ruolo dell’università come spazio aperto alla cittadinanza, capace di stimolare riflessioni condivise sui temi della sostenibilità e del benessere collettivo”.
Sulla stessa linea anche Lia Furxhi, direttrice del Festival CinemAmbiente:
“Portare queste installazioni in un luogo simbolico come l’Orto Botanico ci consente di esplorare il mondo naturale in pieno centro città, con strumenti innovativi e coinvolgenti”.
Infine, Consolata Siniscalco, direttrice dell’Orto Botanico, sottolinea come le opere si integrino perfettamente nella missione degli orti botanici:
“Accanto alla ricerca scientifica sui servizi ecosistemici delle piante, vogliamo avvicinare le persone alla loro percezione quotidiana. Ringraziamo CinemAmbiente per questa opportunità”.
“Food Jam Session” e “Traspirazioni sonore” resteranno visitabili all’Orto Botanico durante tutta la durata del Festival CinemAmbiente, offrendo un’occasione unica per riscoprire, attraverso il linguaggio del suono, il nostro rapporto con il cibo, con la natura e con i sensi stessi.
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