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Caldo torrido, il Piemonte ferma i rider dalle 12 alle 16: è la prima regione in Italia a farlo
L’ordinanza sarà in vigore dal 3 luglio al 31 agosto 2025

TORINO – Con le temperature estreme di queste settimane, il Piemonte fa da apripista nella tutela dei lavoratori più esposti al caldo: per la prima volta in Italia, una Regione impone lo stop alle consegne in bicicletta e motorino durante le ore più torride delle giornate da bollino rosso. L’ordinanza firmata il 2 luglio dal presidente Alberto Cirio amplia il raggio d’azione dei provvedimenti “anti-caldo” già in vigore, includendo ora anche i rider, oltre agli addetti alle cave e alla logistica.
Una misura destinata a incidere direttamente sulla quotidianità lavorativa di circa 3.000 rider torinesi e altri 700 distribuiti nel resto del Piemonte, che svolgono consegne urbane in condizioni climatiche spesso proibitive.
“Un anno fa siamo stati i primi a regolare le attività all’aperto in caso di temperature elevate. Oggi siamo i primi ad estendere questa protezione anche a chi fa consegne in bici o scooter”, ha commentato Cirio. “Non è solo una questione di sicurezza, ma anche di civiltà”.
L’ordinanza sarà in vigore dal 3 luglio al 31 agosto 2025, e rappresenta una risposta concreta alle sollecitazioni arrivate soprattutto dal mondo sindacale. In prima linea la Cgil, che già nel 2024 aveva denunciato le condizioni difficili in cui lavorano i rider.
Stop mirato nelle ore di massimo rischio
Il divieto si applica solo ai rider in bici o motorino, ovvero a chi svolge un’attività all’aperto particolarmente esposta e spesso concentrata proprio nelle ore dei pasti, le più calde della giornata. Nei giorni in cui il sito Worklimate – il portale nazionale di monitoraggio del rischio climatico – segnalerà un livello di rischio “Alto”, sarà vietato lavorare tra le 12.30 e le 16.
Il provvedimento è accompagnato da una serie di indicazioni operative fornite dall’Ufficio Prevenzione della Regione: dai turni scaglionati alle pause all’ombra, fino alla fornitura di acqua, sali minerali e abbigliamento adeguato da parte dei datori di lavoro.
Una sfida per le piattaforme
La nuova ordinanza pone ora una sfida importante alle piattaforme di food delivery, chiamate a riorganizzare il servizio in funzione della sicurezza dei loro collaboratori. Una questione che tocca anche la responsabilità sociale delle imprese, in un settore dove spesso il lavoro è frammentato e poco regolato.
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Andrea
3 Luglio 2025 at 6:19
dargli una paga decente no, usarli per la propaganda sul climah che cambia per colpa della panda euro4 subito!