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Piemonte

Cancellate le ‘gare’ per il trasporto ferroviario, pendolari sempre più in difficoltà

Franco Borgogno

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Un impiegata piemontese scrive alla Regione Piemonte e ai comitati dei pendolari, perché dal mese di dicembre 2010, nessuno le fornisce una giustificazione per i ritardi accumulati per colpa di alcuni treni soppressi. Il 18 febbraio le scade il contratto di lavoro e rischia di perderlo perché ad oggi non è riuscita ad ottenere da parte delle ferrovie una giustificazione in merito.

E’ un episodio clamoroso, ma non unico. Assolutamente. Anzi, è la quotidianità per migliaia di persone che sprecano parte della loro vita divorando rabbia e ansia nel tentativo di raggiungere il posto di lavoro, per giunta senza usare l’automobile: ovvero risparmiando smog ai polmoni di tutti, evitando di intralciare ulteriormente il traffico e diminuendo i rischi di incidenti.

Eppure nulla sembra funzionare e pare non esistere speranza, visto che le risposte non arrivano mai: il monopolio funziona così…

La Giunta regionale di destra ha cancellato le ‘gare’ indette per togliere il trasporto ferroviario regionale dal controllo opprimente (come è evidente nei fatti e come ha più volte sottolineato il garante) del monopolista e affidare il servizio, diviso in lotti, ai vari soggetti (italiani e stranieri) che già si erano candidati. La speranza era quella di ‘rasserenare’ i rapporti con Trenitalia e ottenere miglioramenti (a costo maggiore).

Al momento, il costo maggiore c’è stato, il miglioramento del servizio no.

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