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Non vi piacciono le larghe intese? Sappiate che vi toccheranno anche in Regione… Ecco perchè

Franco Borgogno

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elezioni-urne-votoTutti insieme appassionatamente (!!!) al governo, sempre e per sempre. Un incubo? Forse. Molto probabilmente la realtà. Questo, almeno, emerge tentando di leggere e prevedere quello che accadrà in Piemonte – dopo quanto abbiamo visto e stiamo vedendo a livello nazionale – con il voto delle Regionali nel prossimo maggio. Scopriamo perché la prospettiva sia quella delle larghe intese. Alle Regionali (qui tutte le leggi al riguardo e già questa quantità dovebbe stupirci… ma è un altro argomento) si vota scegliendo con il sistema proporzionale quattro quinti dei consiglieri (che sono stati ridotti da 60+Presidente a 50+Presidente): quindi 40 nomi usciranno dalle liste presentate da ogni partito in ogni provincia piemontese. Gli altri 10 consiglieri costituiscono il ‘premio di maggioranza’ e saranno nel listino del Presidente vincitore. Quindi, il candidato Presidente che avrà ottenuto un voto più degli avversari potrà contare su 10 consiglieri sicuri, oltre a sé stesso, per garantire la cosiddetta ‘governabilità’. Ma questo potrebbe non bastare. Infatti, stando a quanto emerso nelle elezioni politiche dell’anno scorso, nessuno potrebbe raggiungere la quota di altri 15 consiglieri (15+11=26 consiglieri su 51) necessari per avere la maggioranza (pure risicatissima).

Perchè? Il proporzionale, dicevamo, dovrebbe assegnare 40 seggi; diciamo 21 a Torino e 19 nel resto del Piemonte (la divisione dipende dai dettagli tecnici di calcolo, come i cosiddetti ‘resti’). Il voto per la Camera (stessa base elettorale delle Regionali) nel 2013 ha prodotto questo risultato: centrosinistra 30,5% Torino e provincia, 25,8% resto del Piemonte; centrodestra 24,22% TO e 32,4% resto del Piemonte; Mov 5 Stelle 29,15% TO e 25,7% resto del Piemonte; centro (Scelta civica+Udc) 11% To e 12,4% resto del Piemonte. Prendendo in considerazione questi risultati la suddivisione produrrebbe questo risultato: centrosinistra tra gli 11 e i 14 seggi; centrodestra 11-14 seggi; Movimento 5 Stelle 11-14 seggi; eventuali ‘altri’ massimo 3 seggi.

Insomma, chi vuole un Governo chiaro e non di compromesso deve sperare che qualcuno dei contendenti (non il Presidente, ma la coalizione e le liste che lo sostengono, perchè il proporzionale è calcolato sul numero di voti raccolti dalle liste collegate a ciascun Presidente) risulti saldamente sopra il 40% dei voti. Una prospettiva certamente non molto probabile, in questo momento.

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