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Alle Paralimpiadi di Tokyo 8 medaglie dagli atleti piemontesi con la regina Carlotta Gilli

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Domenica 5 settembre si è chiusa a Tokyo la sedicesima edizione dei Giochi Paralimpici estivi con un bilancio entusiasmante per la spedizione italiana. Ben 69 medaglie (14 ori, 29 argenti, 26 bronzi) – che confermano il nono posto nel medagliere raggiunto a Rio 2016 – a conclusione di un’estate indimenticabile per tutto lo sport italiano.

Undici (sette donne e quattro uomini) i convocati piemontesi che hanno preso parte all’evento più atteso da tutto lo sport paralimpico. Una delegazione, mai così numerosa, che ha contribuito con ben 8 medaglie e importanti prestazioni al successo dell’avventura italiana in Giappone.

Di seguito, nel dettaglio, i risultati di tutti gli atleti:

Carlotta Gilli – nuoto: 5 medaglie (2 ori, 2 argenti, 1 bronzo)
Diego Colombari – ciclismo: 1 medaglia (oro)
Elisabetta Mijno – tiro con l’arco: 1 medaglia (argento)
Andreea Mogos – scherma: 1 medaglia (argento)
Cristina Scazzosi – canottaggio: 5° posto
Lorenzo Bernard – canottaggio: 5° posto
Alessandro Ossola – atletica, 100 metri: 6° posto
Francesca Fossato – sitting volley: 6° posto
Amine Mohamed Kalem – tennistavolo: 9° posto
Veronica Silvia Biglia – canoa: 11° posto
Carola Semperboni – equitazione: 12° posto

Inoltre, altri quattro piemontesi erano presenti nella delegazione, in qualità di allenatori e accompagnatori: Fabrizio Monici (equitazione), Elena Grosso e Andrea Grassini (nuoto), Antonio Tosco (tiro con l’arco).

Silvia Bruno, Presidente CIP Piemonte: “È stata evidentemente una Paralimpiade eccezionale quella di Tokyo, per tutta la squadra italiana e anche per la delegazione piemontese, che ha incrementato il numero di medaglie conquistate, dopo i 4 bronzi di Rio 2016. La nostra rappresentativa regionale, in gara in ben 10 discipline diverse, era composta soprattutto da atleti esordienti ai Giochi e tutti, al di là dei risultati, hanno dato il massimo vivendo una straordinaria esperienza di sport e di vita, nonostante le difficoltà di questo periodo storico. Ora la speranza – ma è quasi una certezza in realtà – è che questi campioni e queste campionesse siano di ispirazione e modello per tanti ragazzi con disabilità che, vedendo le loro gesta in tv o in rete, hanno scoperto o avuto la conferma che è possibile fare sport. Il mondo paralimpico è pronto ad accoglierli: non è detto che tutti debbano diventare fuoriclasse ma è sempre importante scoprire nuovi talenti, anche perché le Paralimpiadi di Parigi 2024 sono dietro l’angolo”.

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