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Cronaca

Tragedia del Mottarone, tecnico Ustif: “due mesi prima si era verificato un accavallamento di funi”

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Due mesi prima della tragedia del Mottarone, quando il 23 maggio 2021 sono morte 14 persone per lo schianto di una cabina della funivia causato dalla rottura di un cavo dell’impianto di risalita, sarebbe avvenuto un evento che il direttore d’esercizio, Enrico Perocchio, avrebbe dovuto seganalare all’Ustif regionale, l’ufficio speciale trasporti a impianti fissi del Piemonte.

Secondo un tecnico dell’Ufficio, “si era verificato un accavallamento di funi sull’impianto” ma all’Ustif “non è pervenuta alcuna comunicazione”. Questa è la testimonianza riportata lo scorso 23 febbraio al procuratore di Verbania Olimpia Bossi e al pm Laura Correra durante l’inchiesta per chiarire le responsabilità di Luigi Nerini, titolare di Ferrovie del Mottarone, di Enrico Perocchio, direttore di esercizio, Gabriele Tadini, capo servizio, Anton Seber, presidente del consiglio d’amministrazione di Leitner, società che si occupava della manutenzione, di Martin Leitner, consigliere delegato del gruppo altoatesino, Peter Rabanser, il responsabile del customer service e delle due società.

“Un simile evento dovesse essere comunicato in modo da metterci in condizione di predisporre gli eventuali controlli di carattere straordinario, ciò anche in ragione della durata dell’episodio e della porzione di funi interessata” – secondo le parole del tecnico come riporta l’atto d’indagine. In particolare per “accavallamento funi, scarrucolamenti o guasti di particolare importanza (…) è il direttore di esercizio” che “entro 5 giorni dal fatto (…) deve predisporre una relazione e inviarcela”.

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