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Cronaca

Processo Eternit bis, la Cassazione annulla la condanna di Schmidheiny

Si tratta del processo per la morte di Giulio Testore, impiegato nello stabilimento Saca Eternit di Cavagnolo

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TORINO – Oggi si parla di un’altra pagina di questa tragica storia. L’Osservatorio Nazionale Amianto, che rappresenta e tutela tutti i cittadini e lavoratori esposti e vittime dell’amianto e di altri cancerogeni, ha reso noto che la Corte di Cassazione ha annullato la condanna in appello a 1 anno e 8 mesi per Stephan Ernest Schmidheiny in uno dei processi partiti proprio dall’inchiesta Eternit bis della Procura di Torino, rinviando gli atti alla Corte d’appello del capoluogo piemontese.

Si tratta del processo per la morte di Giulio Testore, impiegato nello stabilimento Saca Eternit di Cavagnolo e morto nel 2008 a causa dell’asbestosi per l’esposizione all’amianto.

Nel 2019 Schmidheiny era stato condannato a 4 anni di reclusione per omicidio colposo per la morte di  Testore e Rita Rondano, deceduta nel 2012 per un mesotelioma pleurico a pochi mesi dalla diagnosi. La difesa dell’industriale aveva impugnato il provvedimento e in appello l’imputato aveva dovuto rispondere esclusivamente della morte di Testore: la pena è stata quindi ridotta a un anno e otto mesi.

Nelle parole riportate da Rai News la dichiarazione dell’Osservatorio: “Un processo tutto da rifare, gli atti saranno rinviati in appello e nel frattempo i reati cadranno in prescrizione. Negata la giustizia per Giulio Testore. La prescrizione incombe e le vittime rimangono senza giustizia. Non possiamo comprendere né condividere la decisione della Corte. Il nostro impegno, comunque, proseguirà in tutte le competenti sedi, per la bonifica, la messa in sicurezza, la tutela medica e risarcitoria di tutte le vittime e dei loro familiari”.

I morti di Casale Monferrato

Neanche un anno fa, i giudici della Corte d’Assise di Novara avevano condannato Stephan Ernest Schmidheiny a dodici anni di carcere nel processo Eternit bis. I giudici non avevano accolto la richiesta dell’accusa che era omicidio volontario con dolo eventuale (che avrebbe previsto l’ergastolo) ma hanno comunque ritenuto Schmidheiny colpevole di omicidio colposo, con “colpa cosciente”.

Stephan Schmidheiny è l’unico proprietario ancora in vita dell’Eternit, l’azienda che produceva amianto a Casale Monferrato e che ha causato decine di decessi. A morire furono almeno 392 casalesi (62 ex lavoratori dello stabilimento Eternit di Casale e 330 cittadini). Le vittime furono per molto tempo esposte alla contaminazione ambientale delle fibre di amianto sparse nell’aria.

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