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CronacaTorino

Il tabaccaio di Pavone non era minacciato e volle farsi giustizia da solo, le motivazioni della sentenza

Bonvin sparò dal balcone di casa, un’azione “non necessaria e non diretta a salvaguardare la propria o altrui incolumità, perché nessuno aveva minacciato né lui né i suoi familiari”

Gabriele Farina

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TORINO – “Accettò il rischio di colpire a morte i ladri, cosa che avvenne”. E’ questo il passaggio chiave delle motivazioni della sentenza con cui Iachi Bonvin, tabaccaio di Pavone, è stato condannato per l’omicidio di Ion Stavila.

Bonvin sparò dal balcone di casa, un’azione “non necessaria e non diretta a salvaguardare la propria o altrui incolumità, perché nessuno aveva minacciato né lui né i suoi familiari”. L’imputato quindi “agì per frustrazione, per farsi giustizia da sé”.

La condanna fu a 5 anni di reclusione. I 21 iniziali vennero infatti scontati per il rito abbreviato e per le relative attenuanti, per aver agito in stato di turbamento.

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