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Miele piemontese in crisi: produzione crollata in dieci anni. L’appello alla Regione
Allarme dal settore apistico: tra clima, parassiti e concorrenza sleale, il miele del Piemonte rischia di sparire dalle tavole. La cooperativa Piemonte Miele chiede misure urgenti e una cabina di regia regionale.

TORINO – La produzione di miele in Piemonte è precipitata negli ultimi dieci anni. A lanciare l’allarme, durante un’audizione in terza commissione del Consiglio regionale, sono stati Davide Colombo e Riccardo Polide, rispettivamente presidente e vicepresidente della cooperativa Piemonte Miele, storica realtà con sede a Fossano (Cuneo), attiva dal 1976 e composta da circa 470 aziende associate.
Il quadro tracciato è allarmante: gli effetti dei cambiamenti climatici, la diffusione dell’acaro parassita varroa destructor, le pratiche dell’agricoltura intensiva e la concorrenza dei prodotti extracomunitari stanno mettendo in ginocchio un comparto strategico non solo per l’economia agricola, ma anche per la tutela della biodiversità.
«È necessario – hanno affermato Colombo e Polide – che la Regione dichiari ufficialmente lo stato di crisi del settore e avvii un gruppo di lavoro multidisciplinare. Servono soluzioni scientifiche per contrastare la varroa, ma anche strumenti per valorizzare le produzioni italiane, coinvolgendo attivamente anche la grande distribuzione organizzata».
Tra le richieste avanzate, figura anche una revisione nella ripartizione dei fondi destinati al comparto apistico, per garantire un sostegno più efficace alle aziende in difficoltà.
Il Manifesto per il futuro dell’apicoltura
I rappresentanti di Piemonte Miele hanno inoltre illustrato il Manifesto per il futuro dell’apicoltura, redatto nel 2024. Il documento mira a sensibilizzare cittadini, scuole, istituzioni e imprese sulla necessità di proteggere gli impollinatori e favorire un cambiamento concreto a favore dell’ambiente. «L’apicoltura non è solo produzione – hanno sottolineato – ma presidio del territorio e custodia della biodiversità».
Il presidente della commissione consiliare, Claudio Sacchetto, ha espresso disponibilità ad approfondire la questione e valutare l’adesione al Manifesto, impegnandosi a portare il tema anche all’attenzione della Giunta regionale.
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