CulturaTorino
“Adapted Sceneries”, al MAO di Torino la mostra in collaborazione con il Gwangju Museum of Art
Adapted Sceneries esplora il modo in cui il paesaggio naturale coreano viene interpretato attraverso la pittura a inchiostro e colore

TORINO – Aprirà al pubblico, a partire da domani, Adapted Sceneries, la mostra organizzata dal MAO Museo d’Arte Orientale di Torino in collaborazione con il Gwangju Museum of Art (Corea) dedicata alla pittura di paesaggio coreana (sansuhwa) e alle opere ispirate al Movimento di Democratizzazione del 18 maggio.
L’evento rientra nell’ambito del progetto Cultural City Gwangju 2025 e dell’accordo di collaborazione tra la città di Gwangju e la città di Torino sottoscritto nel 2024.
La mostra
Dal 2015 il Gwangju Museum of Art promuove l’arte di Gwangju e della regione di Jeollanam-do a livello internazionale, collaborando con istituzioni d’oltreoceano sotto l’egida del progetto Cultural City Gwangju.
Adapted Sceneries offre un’opportunità significativa per far conoscere la tradizione artistica e la storia di Gwangju e Jeollanam-do al pubblico italiano attraverso la collaborazione con il MAO di Torino, città che si distingue per la sua vivacità culturale e che, come Gwangju, soprannominata la Città dell’Arte, valorizza la cultura come elemento chiave della sua identità .
Allestita al secondo piano delle collezioni permanenti e nell’area espositiva denominata t-space a piano terra, Adapted Sceneries offre uno sguardo approfondito sulla pittura Namjonghwa (Scuola di pittura del Sud), un genere fondamentale nella storia dell’arte coreana, insieme a reinterpretazioni contemporanee della pittura tradizionale.
Tra le opere esposte, quelle di Heo Ryeon, Heo Baekryeon e Heo Hangmyeon sottolineano la sensibilità estetica della pittura coreana classica, mentre i lavori di Lee Sunbok, Heo Dalyong e Hong Sungmin mostrano l’evoluzione del linguaggio pittorico coreano attraverso un dialogo tra tradizione e modernità .
Adapted Sceneries esplora il modo in cui il paesaggio naturale coreano viene interpretato attraverso la pittura a inchiostro e colore: i paesaggi non ritraggono solo la bellezza della natura, ma incarnano lo scorrere del tempo, rivelando al visitatore che le esperienze e i ricordi personali sono profondamente intrecciati con l’espressione artistica.
Esplorando l’interazione tra tradizione e trasformazione, nonché l’armonia tra elementi concettuali e tangibili, la mostra pone un’attenzione particolare alle opere ispirate al Movimento di Democratizzazione del 18 maggio, uno degli eventi più significativi della storia moderna coreana, quasi del tutto sconosciuto in Europa. Attraverso queste opere e alcuni importanti materiali d’archivio forniti grazie al supporto 5.18 Democracy Movement Archives e The May 18 Foundation, il pubblico potrà approfondire le testimonianze drammatiche di questo momento storico cruciale per la Corea.
Il concetto di adattamento, che dà il titolo alla mostra, assume un significato profondo nel contesto di questo scambio culturale: i paesaggi geografici e storici di Gwangju e Jeollanam-do vengono fruiti e percepiti in un contesto diverso da quello originale all’interno del MAO e della città di Torino, promuovendo nuove interpretazioni e suggestioni. Attraverso queste opere, i visitatori potranno non solo ammirare la bellezza del panorama artistico e della storia di Gwangju, ma anche comprenderne il valore e il significato sia in relazione alla storia moderna coreana sia allo scenario culturale globale.
Il progetto si pone in continuità con la mostra Haori. Gli abiti maschili del primo Novecento narrano il Giappone, in cui sono messi in evidenza alcuni aspetti dell’arte, della cultura e della storia della Corea.
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